Personaggi

13 maggio 1954, muore a Torino Fratel Teodoreto delle Scuole Cristiane

Fratel Teodoreto (al secolo Giovanni Garberoglio) nasce a Vinchio il 9 febbraio 1871, un paese che conta poco più di 500 abitanti, oggi nella provincia di Asti. Il territorio del Comune si trova fra Langhe e Monferrato, in zona collinare, alla convergenza di tre strade romane (Ramaudio, Luparia e Fons Magna); è una zona a storica vocazione agricola, compresa nella Riserva Naturale della Val Sarmassa, che ha nel vino barbera e nell’asparago i suoi prodotti tipici.

È probabile che il toponimo derivi dalla località “Viginti”, attestata in documenti del secolo XI, a indicare venti miglia romane su un antico percorso viario; secondo un’altra interpretazione, potrebbe figlio della radice celto-ligure “vi-nt”, con il significato di altura. Fra storia e leggenda, nel 935 d.C. Aleramo sconfigge qui i Saraceni e li respinge dalle terre monferrine.

In seguito, si apre una lunga storia feudale per il territorio di Vinchio: proprietà del Marchese Bonifacio del Vasto, nel 1125 il territorio appartiene al Comitato di Loreto per poi passare ad Asti: ai nobili Solaro e poi al Conte Antonio Scarampi e ai Visconti. Dal 1735 il feudo passa ai Savoia.

Nel XVI secolo viene eretta la chiesa della Confraternita della Santissima Trinità, più nota come chiesa dei Battuti. La Confraternita avrà un ruolo importante nella formazione di Giovanni Garberoglio, nato a Vinchio quando non esiste ancora la moderna provincia di Asti e il paese ricade sotto l’amministrazione della provincia di Alessandria. Il ragazzo avverte fin dalla tenera età la vocazione religiosa, ha una predilezione per i Fratelli delle Scuole Cristiane e per la loro missione educativa.

Dopo la morte del padre, vince le resistenze della mamma e riesce ad avviarsi alla vita religiosa che tanto desidera. Nel 1887 inizia il noviziato a La Villette (Comune di La Ravoire, presso Chambéry), in Savoia, con il lungo percorso previsto a quei tempi, prima di poter professare i voti definitivi. Sceglie il nome di Fratel Teodoreto, in omaggio ad un sacerdote martire ad Antiochia nel 325 d.C.

La sua professione è interrotta, nel 1889, dal servizio militare; ottiene il diploma magistrale a Pinerolo, nel 1903 l’abilitazione alla docenza nelle scuole medie (disegno) a Genova. Compie i primi passi nell’apostolato alla Scuola di Santa Pelagia in via delle Rosine, casa madre del Distretto di Torino e sede centrale della R.O.M.I. (Regia Opera Mendicità Istruita, per la gestione delle scuole elementari di Torino, dal 1830 affidata ai Fratelli delle Scuole Cristiane).

Durante il secondo noviziato, trascorso nel 1906 a Lembecq-lez-Hal in Belgio, presso la Casa Generalizia Saint Joseph dei Fratelli, concepisce l’idea di fondare un’altra opera, per guidare i migliori alunni ed ex-allievi di Santa Pelagia verso la pienezza della vita cristiana. Manca lo strumento per realizzare il progetto, qui nasce l’idea dell’Unione Catechisti, per dare ai giovani una “formazione permanente”.

Fondamentale, per tutta l’opera sociale e religiosa di Fratel Teodoreto, è l’incontro, come un fatale destino, con il francescano Fra’ Leopoldo O.F.M.: al secolo è Luigi Maria Musso, nato a Terruggia, in provincia di Alessandria, nel 1850 e morto a Torino nel 1922. Quest’ultimo è un mistico, riceve illuminazioni che trasmette ad altri, in un rapporto fecondo e privilegiato che si instaurerà con il Fratello delle Scuole Cristiane.

Il citato incontro fra i due avviene nella chiesa di San Tommaso, a Torino, dove ora Fra’ Leopoldo è sepolto. Oltre all’Unione Catechisti, molte altre saranno le opere di umanità, religiosità e socialità, in un tempo in cui il concetto di welfare pubblico ancora non esisteva: pensate, create e organizzate dall’instancabile Fratel Teodoreto, sempre assistito dal sostegno di amici, confratelli, religiosi e laici.

La Casa per Vacanze San Giuseppe, a Pessinetto

Questo luogo è frutto di un “segno” da lui chiesto: trovare un ambiente idoneo dove far riposare, durante le vacanze, i confratelli o dare ristoro a quelli più anziani. Egli riesce ad affittare la casa e i terreni, tutto versa in cattive condizioni ed è suddiviso in molte particelle e proprietà, come spesso avviene in montagna. Qui si svolge il primo raduno dell’Unione Catechisti, nel maggio 1914.

Oggi, sotto altra forma sociale e associativa, la Casa, grazie alla gestione attenta e la presenza costante di Loredana Bulco, accoglie fedeli e turisti in vacanza; potrebbe essere un modello cui ispirarsi per dare un futuro alla casa natale di Vinchio, con l’auspicio di un concorso di volontà e interessi nel mantenimento della sua memoria.

L’Opera Messa del Povero

Nel 1928 Suor Luisa Beltramo, Superiora delle Figlie della Carità, preoccupata per l’abbandono spirituale e l’indigenza materiale in cui versano molti mendicanti in cerca di soccorso, consigliata dal Canonico del Duomo Stefano Bertola, inizia a raccoglierli nei giorni festivi in un locale sotterraneo dell’Opera Pia Lotteri in via Villa della Regina 21, per la Messa e qualche conforto. Il numero dei bisognosi che si rivolgono a lei si moltiplica, e Suor Beltramo chiede l’aiuto dell’Unione Catechisti. Il dato più alto si raggiunge nel biennio 1940/41, con quasi 18.000 presenze ai loro “convegni della carità”, che si sono estesi anche al rifugio di via Moncrivello.

Le Case di Carità (poi Arti e Mestieri)

Nella Torino che sta affrontando la rivoluzione industriale di inizio Novecento, invasa da giovani in cerca di occupazione, impreparati ai lavori di fabbrica e privi di specializzazione, la carità può assumere il volto della formazione professionale che sottragga quei giovani allo sfruttamento e ne eviti il disadattamento sociale e morale.

Tra le ispirazioni che Fra’ Leopoldo afferma di aver ricevuto dal Signore, c’è quella secondo cui «per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per fare imparare ai giovani arti e mestieri…».

Nascono in questo modo, con una iniziativa “ispirata” di Fratel Teodoreto, le “Case di Carità Arti e Mestieri”, che Fra’ Leopoldo vede rispondere ad un disegno di Dio e che incontreranno incomprensioni e difficoltà di ogni genere. Dotate di laboratori ben attrezzati ed al passo con i tempi, si diffondono rapidamente in Italia ed all’estero, continuando nel tempo a formare umanamente e professionalmente i giovani. Si può affermare con certezza che egli sia stato uno dei precursori della “formazione permanente”.

Arti e Mestieri – Corso Brin – Torino

Gli ultimi anni e la morte

Dopo tanto lavoro, Fratel Teodoreto muore al Collegio San Giuseppe di Torino il 13 maggio 1954. Per i meriti avuti in vita e la rilevanza delle sue opere, il Sindaco Amedeo Peyron ne dispone i funerali a spese del Comune di Torino.

La sua causa di beatificazione si apre a Torino l’11 gennaio 1961 e il 3 marzo 1990 è emesso il decreto sulle virtù, che gli conferisce il titolo di Venerabile; nella chiesa torinese di S. Croce si prega per la realizzazione del miracolo che ne consentirebbe la beatificazione.

Anche per Fra’ Leopoldo, sepolto nella chiesa di San Tommaso, è aperto il processo di beatificazione. Nella stessa chiesa, a ottobre 2022, si è completata la costruzione della nuova tomba che attende le ossa di Fratel Teodoreto, ancora al Cimitero Monumentale di Torino, nel campo riservato ai religiosi. Quando il progetto si compirà, i due amici ispirati potranno ritrovarsi vicini, accomunati nella preghiera e nella venerazione dei fedeli.

Il paese natio di Vinchio annovera già tre musei: il Museo Multimediale Davide Lajolo, a ricordare un illustre concittadino, partigiano, giornalista e uomo politico, biografo di Cesare Pavese con il libro Il vizio assurdo (Vinchio, 29 luglio 1912 – Milano, 21 giugno 1984); il Museo Contadino all’aperto “Vinchio e le colline della Barbera”; la Casa della Memoria della Resistenza e della Deportazione, situata nell’ex Municipio.

L’auspicio è che un giorno, magari non troppo lontano, si possa aprire un museo dedicato a Fratel Teodoreto, nella sua casa natale, oggi di proprietà della Diocesi di Torino, che versa in condizioni di abbandono ed è bisognosa di importanti opere di mantenimento e di restauro, per poter essere fruibile da un pubblico di turisti e fedeli.

Ezio Marinoni

Ezio Marinoni (Torino, 1962), dal 2018 è iscritto all’Albo dei Giornalisti del Piemonte. Ha collaborato al trimestrale Plus Magazine con la rubrica “Emozioni tra arte cinema e libri” e con la testata Agenda Domani. Attualmente è collaboratore del blog ligure Trucioli e redattore della testata on-line Civico20News, su temi di arte, storia e territorio. Una sua silloge poetica è compresa nel III volume della “Storia della Letteratura Piemontese”, curata da Camillo Brero (Piemonte in Bancarella, 1981) È autore delle seguenti opere: Il libro e l’affresco di Elva (Edizioni Mille, 2019) - Una vita di versi (Crearte, 2020) - Elva. Il mio sguardo (Edizioni Mille, 2022) - Torino bianca e noir (Graphot, 2023) con Milo Julini - Racconti ritrovati (2023).

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