COLLEGNO. Domenica 13 verrà celebrata l’introduzione della Legge Basaglia – Legge 180/1978, che decise la chiusura dei manicomi in Italia – da parte della vice presidente del Senato Anna Rossomando, il sindaco Francesco Casciano, l’assessore alla Cultura Matteo Cavallone, l’assessore regionale alla cultura Antonella Parigi ed il direttore generale dell’Asl TO3 Flavio Boraso.
L’appuntamento è a partire dalle ore 17, con una passeggiata lungo i viali del parco con visita a mostre, teatro e musica. Dopo i saluti di rito degli Amministratori ci sarà la visita alla mostra fotografica di Gianni Berengo Gardin Manicomi: psichiatria e antipsichiatria nelle immagini degli anni Settanta. Alle ore 17.30, è previsto un estratto dello spettacolo Fuori, presso la Villa Comunale (che sarà poi presentato integralmente alle ore 21 alla Lavanderia a Vapore). La passeggiata proseguirà sino in piazza della Pace e nei viali limitrofi, accompagnati dalle esibizioni del quartetto Orchestra Fiati e dei musicisti dell’associazione Professional Drum. Infine, verrà scoperta una targa commemorativa alla presenza delle autorità ed il percorso proseguirà verso la stireria per la visita alla mostra Senza lacci nelle scarpe ed al Museo della Città dove è ospitata la mostra Schedati, perseguitati, sterminati: malati psichici e disabili durante il nazionalsocialismo.
Il sindaco ci ricorda come «nel 1977 l’Amministrazione comunale fece abbattere il primo tratto del muro di cinta che circondava il manicomio, anticipando quindi di un anno la Legge Basaglia. Il varco, che quel giorno venne aperto nel muro di cinta, non solo permise a migliaia di cittadini di entrare per la prima volta nell’ex Op per visitare la mostra “Collegno, proposte e documenti” ma di sviluppare ciò che la stessa iniziativa si proponeva: creare un nuovo rapporto tra istituzione psichiatrica e città».
Nel 1979 venne ultimata la demolizione di quel muro e ciò che era sempre stato “un teatro di coercizione” si trasformò nel tempo (con l’impegno della politica, dell’associazionismo e dei cittadini) in un parco aperto a tutti.
Conclude l’assessore alla Cultura Matteo Cavallone : «Attraverso la cultura e la socialità, venne sconfitto il pregiudizio che soffocava i migliaia di ricoverati del manicomio, che si affacciavano con timore e curiosità ad una vita nuova, sicuramente sognata, ma mai creduta possibile fino a quel momento. E’ stato esemplare il comportamento della comunità che accompagnò l’inserimento degli ex internati: molti vennero accolti dall’abbraccio sociale, dalla solidarietà. Ciò che era lontano e sconosciuto per i collegnesi che avevano avuto la fortuna di vivere al di qua del muro diventava una realtà alla quale reagire immediatamente, restituendo ai “matti” la dignità di persone in grado di lavorare, di relazionarsi, di provare sentimenti, di avere amicizie. Avere una vita normale diventava un diritto».
Laureata in Servizio Sociale ed iscritta alla sezione B dell’Albo degli Assistenti Sociali della Regione Piemonte. Ha un particolare interesse per gli argomenti relativi alla psicologia motivazionale e per le pratiche terapeutiche di medicina complementare ed alternativa. Amante degli animali e della natura.