Torino e la tv: nel 1958 il Teatro Alfieri diventa studio televisivo per le melodie di tre generazioni
TORINO. Italia, estate 1958: tra una nuova legislatura (la terza) che nasce senza troppi contrasti, un campionato del mondo di calcio che, per la prima e penultima volta da quando vi partecipiamo, non ci vede tra i protagonisti della fase finale, un’economia che va sempre meglio e Domenico Modugno che lancia il suo urlo liberatorio “ Volare ! ” addirittura nell’inaccessibile America del Nord, la tivù continua a snocciolare i propri programmi di successo. Accanto a trasmissioni in onda ormai da anni, come il quiz “Lascia o raddoppia ?” con Mike Bongiorno e il varietà comico-musicale “Un, due, tre”, animato da Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello, entrambi diffusi da Milano, il pubblico apprezza senz’altro le pubblicità di “Carosello”, che in un anno e mezzo hanno fatto proseliti soprattutto tra i più giovani. E poi c’è una rivelazione di notevole spessore: un altro gioco a quiz, ma con momenti di varietà di altissimo livello, dal titolo “Il Musichiere”, in onda da Roma ogni sabato sera sin dal 7 dicembre del 1957, condotto simpaticamente dall’attore brillante romano Mario Riva, sostenuto da una squadra comprendente gli autori Pietro Garinei e Sandro Giovannini, il produttore Guidino Sacerdote (piemontese di Alessandria), grazie al quale vengono portati in studio tutti i grandi dello spettacolo, italiani e stranieri, che giocano per beneficenza, i direttori d’orchestra Gorni Kramer e Gianni Ferrio, che periodicamente si alternano sul podio del complesso di musica leggera di Radio Roma, e l’emergente regista Antonello Falqui.
Dopo ben 33 puntate (con una sola sospensione, nel corso della settimana di Pasqua), è giusto che “Il Musichiere” vada in ferie, prima di ripartire il 20 settembre per la nuova stagione. Come riempire allora i sabati lasciati liberi dal gioco musicale? Si fa avanti la sede RAI di Torino, che organizza una trasmissione leggera, fresca, degna di scandire per sei settimane i caldi sabati agostani e le prime piogge pre-autunnali, fatta essenzialmente di canzoni vecchie e nuove. Anzi, il titolo Refrain – Melodie per tre generazioni chiarisce appieno il senso di questo spettacolo estivo d’intrattenimento, ideato da quel Riccardo Morbelli che nel 1934 si era inventato assieme ad Angelo Nizza i radiofonici “Quattro Moschettieri”. Ci vuole però un ambiente più consono allo scopo: troppo piccolo il teatrino di via Montebello per una trasmissione destinata al sabato sera, per cui, come Milano usa il Teatro d’Arte al Parco Sempione o quello della Fiera Campionaria per i succitati programmi e Roma ben presto ricorrerà al Teatro delle Vittorie di via Col di Lana, così Torino punta sul Teatro Alfieri, che già nei primissimi anni della TV era stato scelto per riprese esterne di serate musicali (vedi la galleria dei partecipanti al festival di Sanremo del 1954) o di avanspettacolo. Del resto è estate, la stagione degli spettacoli 1957-58 è finita e quindi la struttura è libera per essere trasformata, per qualche settimana, in studio televisivo.
La presentatrice di questo nuovo programma musicale a puntate, ognuna delle quali dura appena tre quarti d’ora, viene individuata nella graziosa Tina De Mola, attrice-cantante che in quel momento è sentimentalmente legata a Renato Rascel, il quale ha appena conquistato l’America con “Arrivederci, Roma !”, canzone dedicata alla sua città (anche se il caso ha voluto che egli nascesse casualmente in un camerino di un teatro di Torino, durante la tournèe al Nord di una compagnia romana d’operette il cui capocomico era il padre, Cesare Ranucci). La direzione musicale è affidata a William Galassini, alla testa della sua Orchestra Milleluci; dei balletti si occupa la brillantissima Susanna Egri Erbstein, figlia dell’allenatore del Grande Torino, mentre la regia è dell’esperta Alda “ Dada “ Grimaldi, la numero uno del centro televisivo piemontese.
Si parte sabato 2 agosto 1958 alle 21, subito dopo “ Carosello ”. La scenografia rappresenta una sorta di salotto con tre porte diverse, atte a rappresentare rispettivamente il periodo delle prime decadi del Novecento, quello a cavallo tra le due guerre e la nuova generazione, sempre più allineata con i generi musicali provenienti dagli Stati Uniti (jazz e rock’n roll in primis). In occasione della prima serata si affacciano, accanto ad Achille Togliani e all’ormai affermata Tonina Torrielli (l’ex-caramellaia di Novi Ligure che presto sposerà il batterista Maschio, con il quale gestirà fino alla fine del secolo un importantissimo negozio torinese di musica e dischi), Aurelio Fierro per la canzone napoletana, il gruppo vocale del Quartetto Radar (che comprende Dino Comolli, Gianni Guarnieri, Stelio Settepassi e Claudio Celli), l’emergente milanese Roberta Corti in arte Betty Curtis, che ancora si fa passare per americana e canta in inglese, e il vincitore del Festival di Sanremo Johnny Dorelli, compagno di gara di Mimmo Modugno in febbraio al Salone delle Feste del Casinò. In più, ospite fisso per l’angolo del jazz e per un “pot-pourri” di motivi, l’elegante pianista Nello Segurini.
Il cast artistico rimane immutato anche in occasione della seconda puntata, mentre nella terza l’attrazione è Odoardo Spadaro, “il Maurice Chevalier di Firenze”, famoso in tutto il mondo soprattutto per “Sulla carrozzella” e “La porti un bacione a Firenze”, canzoni che tra un paio d’anni egli reinciderà per la RCA in versioni più moderne, arrangiate da un altro grande musicista fiorentino, Piero Umiliani. La quarta serata, trasmessa il 23 agosto, vede qualche avvicendamento tra i cantanti, con l’approdo del baritono Guido Guarnera, il trio vocale torinese delle sorelle Joyce e altri due artisti in voga in quel periodo che incidono per l’etichetta discografica della città, la Cetra: Lina Lancia e Giuseppe Negroni. Un’altra voce lirica prestata alla canzone, per giunta di grande riguardo, corona il quinto appuntamento: interviene infatti il torinese Giuseppe Valdengo, fiero di aver lavorato negli anni precedenti in Nordamerica con un certo Arturo Toscanini per cantare importantissimi ruoli baritonali verdiani come Amonasro nell’ “Aida”, Jago nell’ “Otello” e Falstaff nell’opera omonima. La sesta e ultima puntata, diffusa la sera di sabato 6 settembre, ha sostanziale carattere riassuntivo.
Una mano non indifferente alla riuscita di questa serie musicale viene data dai telespettatori, che inviano alla mitica Casella Postale 400 – Torino le loro richieste di canzoni da riascoltare. Eppure, le piogge di settembre e la ripresa de “Il Musichiere” finiscono con il far cadere nell’immediato oblio “Refrain”.
Oggi, salvo errore, non esiste alcuna registrazione su vidigrafo di questo spettacolo, né le pur dettagliate storie della televisione italiana susseguitesi nelle librerie nel corso degli ultimi tre decenni ne fanno cenno. Eppure “Refrain” detiene un curioso titolo: è stata l’unica trasmissione di varietà a puntate, tra quelle andate in onda da Torino in 65 anni di RAI-TV, trasmessa al sabato sera e per questo, nel compimento del sesto decennio trascorso da allora, abbiamo deciso di rievocarla, primo capitolo di una rassegna che Piemonte Top News riserverà periodicamente alle grandi produzioni radiotelevisive irradiate da via Montebello, via Verdi e zone limitrofe.