Recuperate a Torino le opere di Renoir e Rubens: il valore è di 26 milioni di euro
TORINO. Dopo l’arresto della banda che aveva messo a segno il colpo, anche due rinomate tele firmate Renoir e Rubens sono state recuperate a Torino dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Monza, coordinati dalla Procura di Monza che ha condotto le indagini. Erano nascoste in un magazzino privato del capoluogo. Nessun particolare è stato fornito dagli inquirenti su come si sia arrivati ai locali torinesi dove i due quadri sono stati rinvenuti, ma la cessazione delle misure cautelari per i principali indagati lascia pensare che qualcuno di loro abbia deciso di collaborare, fornendo elementi utili alla loro individuazione. Le indagini, come ha precisato il Procuratore della Repubblica di Monza Luisa Zanetti, non sono ancora concluse: «Parliamo di furto ma la modalità con cui è stato messo a segno si avvicina molto a una truffa. I truffatori solitamente sono seriali, quindi non escludiamo, che si tratti di opere d’arte o meno, che vi possano essere altre vittime».
Il Procuratore lancia anche un appello: «Qualora qualcuno avesse subito una truffa o un furto con modalità analoghe a questo caso, può venire a denunciarlo ai carabinieri, il che ci permetterebbe di dimostrare l’eventuale serialità degli indagati o la presenza di altri complici».
I quadri, “Le fanciulle sul prato” di Pierre Auguste Renoir, di proprietà di una gallerista aronese di 65 anni, e “La sacra famiglia” di Peter Paul Rubens, che risultava appartenere oltre che all’aronese anche a un collega cagliaritano, erano stati rubati nella primavera del 2017.
Otto in totale gli indagati, tra cui tre finiti in carcere a giugno in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare, per essersi spacciati l’uno per un uomo d’affari iraniano e l’altro per rabbino, con la complicità di un 30 enne austriaco che faceva da autista, identificato e denunciato nelle scorse settimane. I malviventi, dopo aver attirato il gallerista di Cagliari e la sua collega aronese in un locale affittato a Monza sotto il Consolato Albanese, avevano firmato un finto contratto di compravendita per entrambe le opere, per un totale di 26 milioni di euro. Poi, distraendo i due galleristi, erano fuggiti con le opere.
Dopo un anno di indagine, una settimana fa gli agenti dell’arma hanno arrestato i responsabili del furto multimilionario eseguendo le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Monza su richiesta della Procura. Si tratta di un croato residente a Trezzano sul Naviglio e di due fratelli di Monza che misero a disposizione i locali per ospitare la truffa. Agli arresti domiciliari altri due complici, padre e figlio residenti a Vigevano e Seregno, mentre due uomini di Brescia e Milano sono stati denunciati per avere avuto un ruolo secondario nella finta compravendita.
Secondo quanto emerso dalle indagini dei militari, i dipinti non erano ancora stati messi “su piazza” per essere rivenduti, il che lascia pensare che non si sia trattato di un furto su commissione.