Studio clinico sulla sicurezza dei trattamenti con cannabis terapeutica: Piemonte in prima fila
TORINO. Sono 639 i malati che, nel corso del 2017, hanno usufruito della cannabis sativa, la variante femminile della canapa indiana, con un aumento del 300% dei consumatori rispetto al 2016. Un aumento notevole nei numeri, che mette in difficoltà lo Stabilimento Chimico Farmaceutico militare di Firenze, il solo autorizzato alla fornitura del prodotto.
« I pazienti curati con la cannabis sono triplicati nel giro di 3 anni, in Piemonte. Questo dimostra l’efficacia della cura e la necessità di continuare su questa strada. Tuttavia si riscontrano continui problemi nell’approvvigionamento. E’ positiva quindi la richiesta della Regione al Ministero di aumentare i centri di produzione. E’ importante che si creino le condizioni per produrre cannabis destinata alle cure mediche anche sul nostro territorio», hanno dichiarato Gianpaolo Andrissi e Davide Bono, consiglieri regionali del Movimento Cinque stelle. Se però l’utilizzo della cannabis terapeutica è innegabilmente aumentato, i suoi effettivi benefici sono ancora oggetto di forte dibattito, anche a livello scientifico.
Antonio Saitta (in foto), assessore piemontese alla Sanità, durante la seduta della Quarta commissione del Consiglio ha annunciato un nuovo studio clinico sulla sicurezza dei trattamenti con la cannabis terapeutica. Il progetto è finanziato dalla Regione e promosso dall’azienda ospedaliero-universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino: i fondi sono quelli destinati della legge regionale che regola l’uso terapeutico della cannabis. Approvato dal Comitato etico della Città della Salute, lo studio avrà una durata di due anni e sarà coordinato dalla professoressa Paola Brusa, professore associato di Tecnologia, socio-economia e legislazione farmaceutiche presso la Facoltà di Farmacia di Torino. La sperimentazione prevede una preparazione standard in capsule a base di olio di cannabis, fornita per un ciclo di tre mesi ad un campione di novanta pazienti e successivamente ampliata ad un numero maggiore. Nel mirino, l’efficacia in termini di qualità della vita e l’effettivo rapporto fra rischio e beneficio.
«È la prima volta che una Regione italiana avvia uno studio di questo tipo. Per questo motivo chiederò alle altre regioni di intraprendere progetti analoghi, in modo da ampliare il più possibile il numero di pazienti coinvolti e dunque contribuire in maniera significativa a consolidare le certezze scientifiche su questo tema», ha dichiarato Saitta, ribadendo il focus del progetto -. L’obiettivo è quello di valutare in modo certo l’efficacia e la sicurezza per i pazienti della cannabis ad uso medico, anche alla luce del fatto che l’utilizzo è in forte aumento ma allo stesso tempo l’argomento è oggetto di dibattito anche a livello scientifico . Nelle prossime settimane approveremo in Giunta una delibera per sancire il via libera al progetto, che sarà finanziato con le risorse previste dalla legge regionale che regolamenta l’uso terapeutico della cannabis».