Galeffi all’Hiroshima, anche il pubblico canta e balla sulle note del suo album “Scudetto”
TORINO. Non si ferma il successo di Galeffi, il cantautore rivelazione dell’ultimo anno che ha collezionato oltre 70 date in appena 8 mesi presentando in giro per l’Italia il suo album di debutto Scudetto. L’artista romano si è esibito sul palco dell’Hiroshima Mon Amour di Torino ieri sera venerdì 30 novembre. Come tiene il palco Galeffi! Sta alle tastiere, poi si alza, ondeggia e canta. S’attorciglia il cavo del microfono al collo in modo molto sensuale e non ha paura di guardare in faccia tutto il pubblico che lo osserva con totale ammirazione. Dialoga con loro, ribadisce la sua fede romanista e soprattutto anti juventina. Quando poi allarga le braccia sembra che voli sul palco, accompagnato dalle labbra canterine di tutti e dai suoi ritornelli travolgenti.
“Scudetto” è costituito da 10 tracce leggere, tutte presenti in scaletta, in cui i generi del brit pop e del cantautorato combaciano alla perfezione. La tematica principale è, chiaramente, l’amore, ma il cantautore romano ha concesso molto spazio anche a quelle che costituiscono le altre sue due grandi passioni dopo la musica: a conferma del titolo dell’album, Marco è un appassionato di calcio, nonché tifosissimo delle Roma, come dimostra Totti-gol. Il concerto si apre con “Uffa”, brano uscito nel maggio di quest’anno che scalda subito il pubblico che inizia a cantare fino dalla prima nota e non smetterà più per tutta l’ora abbondante del concerto. Si passa poi a “Camilla”; la donna in questione “non vuole essere alla moda, ma la moda la fa” come intonava Cesare Cremonini nella sua “Una come te”. Oltre ai Beatles e agli Oasis, proprio il cantautore bolognese è uno dei riferimenti musicali di Galeffi. La sua influenza si nota parecchio in pezzi come “Puzzle”, “Pensione” e “Burattino”, dove la chitarra lascia spazio al pianoforte. In “Totti gol” l’artista mescola amore e musica.
“Occhiaie”, il singolo con il quale si è fatto conoscere al grande pubblico e che chiude il concerto, e “Polistirolo”, altro pezzo pubblicato in anteprima, sono caratterizzati da testi abbastanza semplici, ma da un arrangiamento condito da elementi di elettronica che mancano nelle altre tracce, ed è proprio qui che si nota la mano artistica di Federico Nardelli (Gazzelle), che ne ha curato la produzione. Non possono mancare “Tazza di te”, ballata d’amore dai ritmi vivaci, e “Potter/Pedalò”, pezzo (quasi) acustico. “Mai Natale” è l’ultimo brano pubblicato da Galeffi, un pezzo che parla di relazioni contrastate e di un Natale che non è Natale. C’è spazio anche per la cover di “Pop porno” de Il genio e anche per un brano dal titolo particolarissimo: “Mamihlapinatapai” deriva dal lessico yamana e vuole esprimere una sensazione imbarazzante provata da tutti: “guardarsi reciprocamente negli occhi sperando che l’altra persona faccia qualcosa che entrambi desiderano ardentemente, ma che nessuno dei due vuole fare per primo”. A concerto finito il pubblico si è sicuramente divertito e non vuole andare via; si può cantare di leggerezza, anche senza scendere nel ridicolo o risultare banali.