Il latte d’asina come risposta alla nutrizione dei bambini nati prematuri
TORINO. La notizia è fresca quanto il brevetto di questo nuovo prodotto per neonati. Si chiama “Fortilat”, e si tratta di latte d’asina fortificatore contro le intolleranze dei bambini nati prematuri. Uno studio condotto dalla Terapia Intensiva neonatale universitaria dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino, diretta dal professor Enrico Bertino, in collaborazione con i ricercatori dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del Cnr di Torino, coordinati dalla dottoressa Laura Cavallarin, ne ha permesso la realizzazione.
Fortilat deve ancora essere commercializzato, ma si presenta già come una risposta ai problemi d’intolleranza alimentare di questi neonati. Lo studio, condotto con il sostegno della Compagnia di San Paolo di Torino su 156 gravi pretermine, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale “Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition”, giornale ufficiale della Società Europea e di quella Nordamericana di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione pediatrica.
I ricercatori hanno dimostrato come i segni d’intolleranza alimentare, accompagnati dalla necessità di sospensione dell’alimentazione in questi neonati estremamente critici, siano più che dimezzati attraverso l’utilizzo del latte d’asina come fortificatore del latte umano, al posto dei prodotti con latte vaccino. La conseguenza è che uno tra gli obiettivi dell’assistenza ai prematuri riguarda il raggiungimento precoce di una completa alimentazione per via orale.
La fornitura di questo tipo di latte è stata messa a disposizione dagli allevamenti piemontesi “Asilait” e “Gro Azou”, e da quello “Monte Baducco” in Emilia Romagna. Lo studio ha rilevato che il latte d’asina è il latte di mammifero più simile come composizione a quello umano, che ha bisogno di essere fortificato con quantità extra di nutrienti.
In Italia si contano circa 5 mila nascite all’anno di bambini con peso molto basso (<1500 g), e anche se rappresentano l’1%, si verifica il 60% della mortalità nel primo anno di vita e l’80% delle sequele neuro-evolutive a distanza. Il latte d’asina, quindi, molto ricco di lisozima, una proteina caratterizzata da elevata proprietà antibatterica, si presenta come rispostaa questi problemi.
Lo studio clinico, durato 24 mesi, e di cui è ancora in corso il follow-up dei pazienti previsto sino all’età scolare, ha evidenziato poi ridotti episodi di vomito, oltre che di ristagno biliare, un fenomeno indice di malfunzionamento intestinale, caratterizzato da presenza di bile nello stomaco.