Teresa Noce, dal campo di concentramento alla Costituente
Nata a Torino nel 1900, tra le donne più influenti del Secondo dopoguerra, ha fatto parte della Commissione Speciale dell’Assemblea Costituente, incaricata di elaborare il progetto della nuova Costituzione
TORINO. Come è noto, fino al 1947 le donne italiane sono state escluse sia dall’elettorato attivo che dall’elettorato passivo della giovane Repubblica, sia a livello politico centrale che a livello amministrativo locale. Ciò non significa che ben prima dell’avvento del Fascismo, le donne italiane non avessero per lunghi anni rivendicato a gran voce il loro diritto di partecipare alla vita politica del Paese. Già tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, nacquero in Italia le prime organizzazioni impegnate sul fronte dei diritti civili e politici femminili, come l’Associazione Nazionale per la Donna (AND), il Consiglio Nazionale delle Donne Italiane (CNDI), il Comitato Nazionale pro Suffragio, l’Alleanza Femminile (AF), ma il regime fascista sciolse la maggior parte di queste associazioni; altre vennero mantenute, ma sotto lo stretto controllo del regime, altre ancora svuotate di ogni funzione politica. Il Fascismo si oppone all’inserimento delle donne nel mondo del lavoro, stabilendo per le maestranze femminili remunerazioni molto più basse di quelli maschili, ed escludendole di fatto dalle carriere direttive, promuovendo piuttosto il loro ruolo “naturale” di angelo del focolare, e la loro vocazione alla maternità.
Molte furono le donne che si opposero al regime e che svolsero un ruolo determinante nella Resistenza impegnandosi attivamente nella lotta per la Liberazione. Tra queste, ricordiamo Rita Montagnana, 1875-1979, (che abitava a Torino, in Via Monginevro, al civico 68 e che fu la prima moglie di Togliatti). E ancora, Nilde Jotti (1920-1999),una figura tra le più carismatiche della politica italiana. Dopo aver conseguito la laurea in lettere ed un breve periodo di insegnamento, si dedicò totalmente alla politica. Prese parte alla Resistenza contro il fascismo e fu molto attiva in varie battaglie per il riconoscimento dei diritti delle donne, fino a diventare presidente dell’Unione Donne Italiane. Divenne la compagna di Palmiro Togliatti dopo il divorzio di questi dalla Montagnana. Oppure, Lina Merlin (1887-1979), che è stata partigiana, attivista antifascista, sostenitrice dei diritti delle donne e anche prima senatrice italiana; o ancora, Tina Anselmi (classe 1927), che a soli 17 anni, fu costretta dai nazifascisti ad assistere, insieme ai suoi compagni di scuola, all’impiccagione di 30 oppositori del regime: fu in quell’occasione che decise di aderire alla Resistenza per combattere il fascismo e i suoi crimini efferati.
Ma tra le donne più influenti di quel periodo, impegnate nell’emancipazione femminile e nella lotta per la libertà, dobbiamo ricordare anche un’altra torinese, cui l’amministrazione comunale, il 21 marzo 2019, ha dedicato una piazzetta, sull’asse di via Cigna, al civico 96. Parliamo di Teresa Noce. Questa donna nacque a Torino nel 1900 e morì a Bologna nel 1980. La Noce è stata una fervente antifascista, e nel dopoguerra, fu una delle figure che maggiormente hanno contribuito alla riscrittura della legislazione del lavoro femminile, soprattutto del settore tessile. Nata da una famiglia operaia, fu costretta – per motivi economici – ad interrompere gli studi, che continuò tuttavia come autodidatta. Nel 1921, fu tra le fondatrici del Partito Comunista Italiano. Nel contesto politico socialista torinese, conobbe Luigi Longo, studente di ingegneria al Politecnico di Torino: i due giovani si sposarono nel 1926, ma – tenuti strettamente d’occhio dal regime – furono presto costretti a lasciare il Paese, stabilendosi a Mosca e poi a Parigi, anche se frequenti furono le incursioni clandestine in Italia per prendere contatto con la Resistenza.
Nel 1943, venne arrestata dai fascisti e, dopo alcuni mesi di carcerazione, deportata in Germania, prima nel campo di concentramento di Ravensbrück, poi in Baviera a Flossenbürg e infine a Holleischen, dove fu adibita come lavoratrice forzata alla linea di produzione di munizioni, fino alla liberazione del campo da parte dell’esercito russo.
Alla fine della guerra, ritornata in Italia, il 2 giugno 1946 fu tra le 21 donne elette all’Assemblea Costituente; insieme alle già ricordate Nilde Iotti (PCI), Rita Montagnana (PCI), Lina Merlin (PSI), e con Maria Federici (DC) e Ottavia Penna (Uomo Qualunque) fu una delle cinque donne entrate a far parte della Commissione Speciale incaricata di elaborare e proporre il progetto della nuova Costituzione.
Nel 1953, Luigi Longo ottenne l’annullamento del matrimonio con Teresa Noce, che gli aveva dato tre figli (di cui uno morto in tenerissima età). Questo avvenimento famigliare la turbò in modo marcato: lo descrisse come «grave e doloroso, più del carcere, più della deportazione». L’anno successivo, la Noce si ritirerà a vita privata, abbandonando il suo impegno politico. Ci restano molti suoi saggi e, soprattutto il suo insegnamento politico. La sua figura morale, per l’impegno profuso nella riconquista e nella difesa della democrazia e nell’emancipazione femminile, rimane una delle più nobili della storia del Novecento del nostro Paese.