Carmen Consoli aprirà la quinta edizione di Occit’Amo
CUNEO. Sarà Carmen Consoli che aprirà quest’anno la quinta edizione di Occit’Amo, il festival delle Terre del Monviso, ponte tra Italia e Francia, in programma tra luglio e agosto all’insegna del patrimonio di musica, cultura e tradizioni popolari occitane. La cantautrice catanese, da sempre attenta alla cultura popolare e alle suggestioni letterarie, suonerà sul palco allestito nel cortile della Fondazione Amleto Bertoni, a Saluzzo, l’antica capitale del marchesato, nella serata dell’8 luglio. Da qui il via a un programma di sei settimane che coinvolgerà il territorio transalpino e che si chiuderà il 15 agosto con l’ormai attesissimo Ferragosto occitano e il concerto di Lou Dalfin a Castelmagno (Cn).
Il festival, diretto da Sergio Berardo, musicista e anima dei Lou Dalfin, il gruppo che da anni fa “ballare occitano” nel mondo, si dipanerà tra le Valli Stura, Maira, Po e Infernotto, tra le Valli Varaita, Grana e la Pianura del Saluzzese con incursioni oltralpe, pronte ad accogliere oltre 20 gruppi musicali provenienti da tutta Italia e Francia, artisti e scrittori.
L’Occitania è “il paese che non c’è”, una terra che si estende dalle Alpi all’Atlantico e che condivide linguaggi, sapori, musiche, tradizioni, identità, simboli, ma che fa dell’incrocio di culture la sua forza e la sua caratteristica. È una cultura portata avanti dalle sue stesse genti, dall’amore con cui si tramandano usi e tradizioni di generazione in generazione, da tempo immemore. Un unico territorio, intrecciato in una storia plurisecolare, che abbraccia pianura e valli, e che, accomunato dallo stesso simbolo culturale, si incontra, confronta e, soprattutto, fa festa.
Protagonisti assoluti di questa edizione saranno la musica e la cultura occitana, declinate in molteplici forme d’arte che vanno dalla danza alla rappresentazione canora e corale, fino al cinema e alla parola, legate tra loro da un vincolo strettissimo con il patrimonio paesaggistico e artistico locale: i sentieri e le malghe, i colli e le vette, le chiese e le cappelle, i conventi e siti storici e architettonici di pregio diventano palco naturale della kermesse. In una parola: un festival unico in un contesto suggestivo.