Un avvicente “noir” di Michele Paolino capace di scuotere Borgo San Paolo
TORINO. Al Circolo Carpanini di via Di Nanni 99, a Torino, nel cuore di Borgo San Paolo (prototipo – nel Novecento – dei borghi torinesi rossi e operai, e simbolo della lotta per la Resistenza e la Liberazione), Michele Paolino ha presentato il suo primo romanzo “La ballata di Borgo San Paolo”, Edizioni del Capricorno. Un noir, fresco fresco di stampa. Un libro che si prospetta curioso nel titolo, intrigante nella copertina, accattivante nell’impaginazione. E che non tradisce le aspettative. Un libro che parla con parole semplici e giuste, e che, come un antico magnetofono, sembra che canti e suoni in sottofondo le melodie dei grandi cantautori italiani, e componga una virtuale trascinante ballata: una sorta di magnetica colonna sonora, composta ad hoc per una trama avvincente e fluida. E ogni brano musicale è un capitolo, ogni tema musicale una scena, ogni battuta musicale un dialogo, ogni nota una parola, mai superflua o vana. Un noir che coinvolge migliaia di persone che fanno da corona ai protagonisti, perché questo è un libro di comunità di un intero quartiere.
Michele Paolino trasborda in questo libro la quintessenza del suo pensiero di uomo, di padre, la sua competenza politica, tratti della sua vita professionale, della sua passione per la musica d’autore, della sua morale e dei suoi valori, perché – dice – “scrivere significa mettere sulla carta se stessi”. E lo fa con quello stile unico e inequivocabile che è insito nel carattere dei sanpoaolini autentici o d’adozione, e cioè con passione e misura, un pizzico di fantasia creativa, saggezza e consapevolezza della realtà.
“Chi vive o lavora in Borgo San Paolo diventa figlio adottivo del quartiere”, afferma Paolino. Ed è vero, ancor più vero quando un sanpaolino si cimenta con sorprendente efficacia con la scrittura: perché in questo libro il Borgo c’è per davvero, palpita e respira nei residenti che lo abitano, personaggi storici e veri, oppure caratterizzati, bizzarri, di fantasia, eppure realistici.
Personaggi buoni, che non si accontentano mai delle “verità in tasca”, sempre tormentati dal dubbio, ma non per debolezza o per incapacità di decidere o di assumere le loro responsabilità: sono dubbiosi perché sono costantemente alla ricerca della verità. Cattivi pentiti, che ritrovano la via del bene, e cattivi impenitenti, predisposti al delitto, all’odio, all’invidia, alla nequizia. Qui c’è la storia e il presente. Ci sono i rapporti sociali all’antica, come i capannelli di amici che si ritrovano ogni giorno sul sagrato di San Bernardino. C’è la violenza e l’odio virtuale degli hater sui social. La ferocia e il sadismo di chi uccide. Tutto questo in un noir con quattro omicidi dai risvolti sorprendenti e intriganti, che la penna sapiente di Michele Paolino sa intrecciare con la maestria dell’esperto scrittore di razza. E se questo è solo il suo romanzo d’esordio, ci aspettiamo fin d’ora da lui nuove avventure letterarie di successo. Semper ad maiora.
Michele Paolino, La ballata di Borgo San Paolo, Edizioni del Capricorno, pagine 197, euro 12