Il Premio Giubergia 2019 a una giovane flautista venezuelana
TORINO. Sarà la giovane flautista di origine venezuelana Sofìa Salazar e ricere il Premio Renzo Giubergia 2019. Il riconoscimento le verrà consegnato nell’ambito del concerto di lunedì 2 dicembre, al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. L’appuntamento è alle ore 21, con l’orchestra da camera Archi De Sono e il primo violino concertatore Helena Winkelman.
Giunto alla settima edizione, il premio ha un valore di 10 mila euro e viene conferito ogni anno dalla Fondazione “Renzo Giubergia” a un giovane musicista di spiccato talento. Tra i premiati delle precedenti stagioni si ricordano il violinista Daniil Bulayev, l’arpista Tjasha Gafner, il violoncellista Alessio Pianelli, il pianista Marco Scilironi, la cantante Laura Capretti. La Fondazione, presieduta da Paola Giubergia e con la direzione artistica di Francesca Gentile Camerana, nasce per onorare la memoria del presidente di Ersel, con l’intento di promuovere nuovi talenti musicali nazionali e internazionali e organizzare concerti e iniziative di alto profilo, valorizzando al contempo luoghi di particolare interesse culturale e architettonico del nostro territorio.
La vincitrice di quest’anno, Sofìa Salazar, è nata a Caracas nel 1999. Si è trasferita a Madrid per perfezionare il suo percorso di studi e, proprio grazie al sostegno della Fondazione Renzo Giubergia, sarà in grado di terminare la sua formazione presso la Escuela Superior de Música Reina Sofía di Madrid. Ha già maturato molta esperienza con diverse orchestre importanti, sia come prima parte che come solista, e ha lavorato con direttori del calibro di Gustavo Dudamel e Sir Simon Rattle. Sotto la guida di quest’ultimo in particolare, a soli 13 anni ha suonato come primo flauto al Festival di Salisburgo con la National Symphony Junior Orquest in rappresentanza del Venezuela.
Sul palcoscenico del Conservatorio, accompagnata dagli Archi De Sono guidati da Helena Winkelman, sarà impegnata nell’esecuzione dello spettacolare Concerto per flauto e archi in mi minore di Saverio Mercadante. Senza dubbio una delle composizioni più celebri dell’autore e tra le più eseguite dai flautisti di tutto il mondo per dare prova del loro virtuosismo.
La seconda parte del concerto prevede la Sinfonia n. 45 di Franz Joseph Haydn, detta “Sinfonia degli addii” perché nell’esecuzione dell’adagio finale, gli strumentisti, uno dopo l’altro, abbandonarono la scena, lasciando terminare la composizione solo da due violini, uno dei quali era proprio Haydn stesso.