Alla scoperta del territorio con “La via dei formaggi astigiani”

Alla scoperta del territorio                       con “La via dei formaggi astigiani”

ASTI. Un gruppo di appassionati produttori, in maggior parte anche allevatori, e la Onaf di Asti, sulla spinta progettuale di Davide Palazzetti, hanno da poco dato vita a “La via dei formaggi astigiani”. Un percorso esperienziale di enorme valore gastronomico, unione di territorio, bellissimo e spesso sconosciuto ai più, e di grandi formaggi locali. Il progetto prevede un percorso di visite, degustazioni ed eventi, con l’intento di attrarre turisti ed appassionati con nuove occasioni e motivazioni di visita e vacanza.

Sette formaggi, un Consorzio, sei produttori, e sette posti bellissimi. La via tra i piaceri caseari dell’Astigiano, partendo da sud della provincia, comincia a Roccaverano. La sua buonissima robiola, che ha appena festeggiato 40 anni di Dop, è prodotta da 17 aziende, riunite in Consorzio, principalmente con latte crudo di capra. Continua poi a Cessole, con la Toma di pecora da meditazione di Bricco della Croce, e Loazzolo, a godere del Blu di Loazzolo, gustosissimo erborinato di latte vaccino prodotto dalla famiglia Castellero. E ancora a Moasca per la Ruota de “I formaggi di Moasca”: capra, stagionato almeno una decina di mesi. Poi più a nord, a Monale, altre capre ed altre esplosioni di gusto con la Robiola di Monale di Cascina Aris, e quella di Capriglio di Capre e Cavoli. Si chiude a Cocconato, con la mitica Coconà del Caseificio Balzi, magnifico formaggio a pasta molle, dalla tipica forma tonda e piatta.

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