La disparità di trattamento dei reati di ricchi e poveri in un libro di Elisa Pazè
TORINO. E’ uscito oggi nel formato ebook, per Edizioni Gruppo Abele, Anche i ricchi rubano, di Elisa Pazé. La disparità di trattamento dei reati dei ricchi e quelli dei poveri davanti alla giustizia, viene analizzata nel suo ultimo libro dal sostituto procuratore della Repubblica di Torino che si occupa di reati economici.
La giustizia persegue alla stessa maniera i poveri e i potenti? Se l’articolo 3 della Costituzione italiana sancisce che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge“, è però chiaro che la disponibilità economica e le posizioni di potere fanno la differenza.
Il codice penale mette particolare risalto ai reati di strada – omicidi, rapine, spaccio, per fare alcuni esempi – puniti con pene molto severe e spesso con la detenzione; tuttavia, lo stesso codice non pone altrettanta enfasi sui classici reati degli imprenditori – fiscali, fallimentari, societari – che vengono puniti più blandamente e con leggi a parte: chi dopo avere mangiato in un ristorante se ne va senza pagare è perseguibile anche se si tratta di pochi euro; chi non presenta la dichiarazione dei redditi viene incriminato unicamente se l’imposta dovuta supera i 50.000 euro. Una bella differenza. Una disparità di trattamento che ha origini antiche – i poveri facevano risse, i ricchi “duelli” – e dovuta a molti fattori. Se i reati dei poveri sono di immediata percezione, come una rapina a mano armata, le condotte criminose dei potenti sono più originali e sfumate nel tempo. Delitti più sfuggenti, a cui è difficile dare un volto o una collocazione temporale precisa, ma dalla conclamata pericolosità.
Sicuramente i delitti dei potenti hanno un impatto più profondo e a lungo termine sull’intera società. Basti pensare ai reati ambientali, o alle morti sul lavoro, che siano per malattie professionali o per l’inadeguatezza delle misure di sicurezza: temi a cui è dedicato l’intero capitolo Gli omicidi dei ricchi. O alle centinaia di milioni di euro di denari pubblici sottratti alla collettività dall’evasione fiscale ogni anno. O, ancora, alle truffe ai danni dei risparmiatori da parte di alcuni istituti bancari. Una serie interminabile di comportamenti delittuosi da parte dei colletti bianchi che, però, difficilmente vengono perseguiti dalla giustizia. “Eppure ai ricchi si perdona qualsiasi cosa“, scrive l’autrice nell’introduzione.
Elisa Pazè, Anche i ricchi rubano, Edizioni Gruppo Abele, 192 pagine, 7,99 euro (formato ebook)