Nati il 4 giugno: Francesco Molino, compositore eporediese del XIX secolo
Nato ad Ivrea il 4 giugno 1768, Francesco Molino è stato uno tra i più stimati e prolifici musicisti piemontesi vissuti a cavallo tra XVIII e XIX secolo. La sua è una famiglia dedita al pentagramma e Francesco impara in fretta ad armeggiare con gli strumenti, in particolare quelli a corde: violino prima e chitarra poi. Ma anche con l’oboe è bravo, tanto da essere chiamato a far parte della banda del Reggimento Piemontese. I suoi virtuosismi al violino ne fanno, poi, uno dei più apprezzati musicisti dell’orchestra del Teatro Regio di Torino.
Sul finire degli Anni Dieci del XIX secolo si stabilisce a Parigi , dove vivrà per il resto della sua vita e dove si affermerà come stimato maestro di chitarra. Nella capitale transalpina svolge un’intensa attività di concertista e di insegnante didattico. Giungono a noi delle rappresentazioni grafiche satiriche (vedi immagine in alto), a firma di Charles de Marescot, che vedono opposti veri e propri schieramenti di carullisti (sostenitori della scuola di Ferdinando Carulli) e molinisti (sostenitori di Molino). In effetti, l’impostazione strumentale di Molino differisce su alcuni punti (ad esempio nel rifiuto di usare il pollice sinistro nella diteggiatura) rispetto a quella che Carulli. Quest’ultimo, giunto a Parigi da più tempo, ha diffuso presso gli ambienti della capitale francese le sue metodiche, ma ciò non impedisce a Molino di conquistarsi fama e stima grazie al suo Metodo, molto apprezzato a livello didattico.
La maggior parte delle sue composizioni chitarristiche, circa sessanta, furono pubblicate a Parigi fra il 1820 e il 1835. Si ricordano, in particolare, i Notturni per chitarra e violino o chitarra e flauto (op. 37, 38, 39) e il Concerto per chitarra e orchestra in Mi minore (op. 56).
Francesco Molino muore a Parigi nel 1847.