Piazza Adriano e il gioiello artistico firmato da Giò Pomodoro
Alla scoperta dell’opera d’arte a cielo aperto Sole Aerospazio firmata da una delle figure cardine della scultura italiana del dopoguerra…
TORINO. Le maestose opere scultoree di Giò Pomodoro (1930-2002) fanno bella mostra di sé in decine di grandi piazze disseminate in ogni parte del pianeta, e spiccano quali elementi di artistico arredo urbano.
Non c’è da stupirsi: Giò Pomodoro è un artista moderno, ma – come afferma suo figlio Bruto Pomodoro – “nella sua poetica scultorea c’è un’impronta classica”, e le sue opere, potremmo aggiungere noi, si integrano perfettamente, creando un armonico contrasto, anche in aulici contesti barocchi o rinascimentali. Ed in modo altrettanto equilibrato, si amalgamano negli scenari urbani contemporanei.
Giò Pomodoro, fratello minore di Arnaldo Pomodoro, anch’esso scultore, è stato uno dei più grandi artisti italiani del dopoguerra: un artista a tutto tondo. Non fu soltanto scultore, anche se forse resta più conosciuto per i suoi monumenti sparsi tra i giardini e le piazze di molte città italiane e straniere. Fu anche orafo, incisore, scenografo e pittore. Una mostra, con oltre 50 sue opere pittoriche e grafiche, gioielli di oreficeria e bronzetti, si è tenuta nel 2017 alla Fondazione Accorsi Ometto di via Po, a Torino, dove il pubblico ha potuto ammirare lo straordinario estro creativo di Giò Pomodoro.
Intervistato in quell’occasione, il figlio dell’Artista così raccontava: “Mio padre, marchigiano di nascita, iniziò la sua attività creativa nella sua regione d’origine. Ancora molto giovane, si trasferì a Firenze, sul Ponte Vecchio, dove nella sua bottega artigiana si fece notare per il fascino e l’originalità delle sue creazioni d’arte orafa. Negli anni Cinquanta del Novecento si trasferì a Milano, dove un po’ alla volta crebbe la sua notorietà e la stima della critica internazionale”.
Anche Torino ha la fortuna di accogliere nei giardini di una sua piazza, Piazza Adriano, (alla confluenza dei corsi Vittorio Emanuele II e Francesco Ferrucci), un’opera monumentale di Pomodoro, realizzata nel 1989, dal titolo che di primo acchito potrebbe apparire un po’ enigmatico, ma che – ad un più attento esame – si rivela quanto mai poetico e suggestivo: Sole Aerospazio.
Eccone il significato, come si legge sulla pagina della Città di Torino “Quick & Smart” (http://www.comune.torino.it/quickesmart/) che si propone di valorizzare e far conoscere il patrimonio artistico e monumentale disseminato negli spazi pubblici della città, che nel loro insieme rappresentano un ricco e straordinario museo d’arte diffuso a cielo aperto: “Da una massa informe, che ricorda un meteorite, emergono solidi geometrici che spingono e lottano per definirsi: è un processo dirompente che ha la forza di un parto. L’Artista accoglie le suggestioni delle teorie sull’universo, elaborate dalla Fisica e dall’Astronomia e le restituisce in una sintesi concreta ed efficace”.
Torino: città d’arte unica e rara, non solo per la ricchezza e il fascino dei suoi Musei e dei suoi Palazzi, ma anche per le sorprendenti opere d’arte diffuse nei suoi parchi, nelle sue piazze, nei suoi cortili, nei suoi portoni. Basta saperle cercare.