Scrittori piemontesi: incontro con Patrizio Righero
L’autore torinese intervistato da Andrea Donna, al “DF Talk” di Vol.To, in occasione della presentazione della sua ultima raccolta di racconti brevi: “Gli ultimi giorni del mondo”, 100 racconti di 100 parole
TORINO. Nell’ambito degli incontri di DF Talk (Difendiamo il Futuro) si è tenuta nei giorni scorsi nella sede dell’associazione Vol.To (via Giolitti 21, Torino), in diretta Facebook, la presentazione del libro “Gli ultimi giorni del mondo” (I faggi, Marco Valerio Editore. Pagg.132, 12 €), di Patrizio Righero, intervistato da Andrea Donna. Un titolo intrigante e ad effetto, dal sapore escatologico e apocalittico. Ma che non deve trarre in inganno: i cento racconti brevi che esso contiene (anzi: brevissimi, perché composti da sole 100 parole) sono una rivelazione di speranza per un tempo e per un mondo nuovo, che forse inconsapevolmente stiamo già vivendo.
Patrizio Righero è giornalista e scrittore, laureato in Teologia pastorale: al suo attivo ha innumerevoli pubblicazioni di saggi e narrativa. È responsabile dell’Ufficio Comunicazioni della Diocesi di Pinerolo. Appassionato di fantascienza (ma anche del genere fantasy), tra i suoi scrittori preferiti annovera Jules Verne, Isaac Asimov, Stanley Kubrik e… anche Dante, che considera l’autore antesignano di questo genere.
Solo un artista e un plasmatore della parola come Righero può riuscire a concentrare in un “drabble” (così si chiama un componimento iper-breve, composto rigorosamente da soli cento vocaboli) un racconto completo, dall’incipit alla conclusione, con una trama di senso compiuto, ed un finale che lascia il lettore a bocca aperta.
Nel libro di Patrizio Righero, i “drabbles” (che potremmo definire degli impeccabili haiku in prosa, dove ogni misurata parola ha il proprio peso, il proprio senso compiuto e il giusto posizionamento tra le proposizioni del mini-racconto) sono 100, suddivisi in tre sezioni di 33 racconti brevi, più un centesimo racconto finale, che conclude in bellezza la raccolta e ne costituisce la chiusa, che potremmo definire escatologica, alla luce di un’auspicata “parusia”. Ma non vogliamo rivelare di più, lasciando al lettore il piacere della sorpresa.
I temi trattati in ciascun mini-racconto spaziano – nel tempo e nello spazio – tra il fantastico e il fantascientifico, tra filosofia e trascendente, esplorando mondi diversi, intendendo per “mondo” non solo e necessariamente quello cui apparteniamo, ma anche contesti alternativi, più ampi o più ristretti: una cultura, una lingua, un formicaio, e così via. Un libro sorprendente, che ci aiuta a comprendere e a vivere con gioia i giorni di questo mondo terreno, nonostante le quotidiane avversità e le contraddizioni che contraddistinguono la nostra epoca, in prospettiva di una vita “altra” e in un’altra dimensione, che ci auguriamo migliore.