“Oltre il silenzio” è la nuova raccolta poetica di Lia Cucconi
I versi della silloge recentemente pubblicata dalla poetessa torinese, carpigiana di nascita, sono al tempo stesso canto della vita e meditazione sulle ragioni dell’essere. Le poesie offrono al lettore mirabili suggestioni per riflettere sulla forza dell’amore e della speranza
Lia Cucconi è nata a Carpi, in provincia di Modena. Vive ormai da molti anni a Torino, concedendosi di tanto in tanto lunghi soggiorni nella verde Piana d’Albenga, in Liguria. Diplomata all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, la Cucconi è artista a tutto tondo. Come pittrice e autrice di disegni, ha esposto le sue opere in numerose mostre collettive e personali. Come poetessa e autrice, sia in lingua italiana sia in dialetto carpigiano, ha pubblicato numerose silloge, con lusinghieri riscontri di pubblico e di critica.
La sua ultima raccolta poetica è intitolata “Oltre il silenzio”. Il volume, pubblicato da Neos Edizioni (64 pagg., 11 €, Torino, 2020), raccoglie cinquantasei liriche inedite, e si presenta con un’intrigante copertina in cui campeggiano numerosi punti interrogativi. Non è un caso: quasi tutti i componimenti poetici di questa silloge si concludono in effetti con un punto di domanda (e neppure sono poche le poesie che propongono un punto interrogativo addirittura nel titolo). Altri punti di domanda sono disseminati meditatamente qua e là tra i versi, mai a caso. In realtà i quesiti che chiudono ogni lirica, o compaiono tra i versi, non sono né retorici né pleonastici. Vogliono piuttosto offrire uno spunto di meditazione, un’occasione per un momento di riflessione interiore, che l’Autrice propone in primis a se stessa; ma in qualche modo finiscono per coinvolgere anche il lettore: Lia Cucconi “sente” di averlo accanto, e da lui cerca condivisione e conferma di risposte che in realtà lei ha già meditato, elaborato, sedimentato.
Del resto, le risposte a quei punti di domanda sono sparse tra le sue stesse poesie: basta saperle coglierle. Sono negli apparenti contrasti, nelle contraddizioni costruite con sapienti metafore, con allusioni sottese, con collegamenti apparentemente criptici. Le risposte stanno nelle ombre (…io e la mia solitaria ombra vaghiamo…, in “Innesto”) o nelle penombre da lei spesso evocate nei versi, che si contrappongono al bagliore rigenerante della luce solare e fa capolino tra i chiaroscuri della vita.
Stanno nei suoni, nelle voci (La parola… è il sogno della voce, ne “La parola”), nel canto (…la sua voce divenne canto, grazia…, ne “Il ritorno è un attimo solo”), negli echi, nei mormorii, persino nel fragore del traffico urbano: suoni, bisbigli, sussurri o rumori che si possono cogliere oltre il silenzio, al di là del fascino incantato o incantevole, inquieto o inquietante di ciò che ci appare immobile o silente (come quando l’acqua immobile sembra morta…, ne l’ “Inquieto canto”).
Le risposte stanno nel turbinio del vento, nello stormir di foglie, nelle nuvole (…ali sospese nel vento d’un fiume lento…,in “Quale sole?”). Stanno nei sogni ad occhi aperti (…l’ignoto mio-tuo passo si fa sogno vero nel mio sguardo…, in “È verooo???”; oppure: …i sogni?… sono le pieghe del tempo?…, in “Sono?”). Le trovi nei movimenti spaziali e temporali della mente: nel krónos reale o auspicato, rimpianto o vissuto, sia esso nel passato, nel domani, nel presente, o da cercarsi nel poi, o nell’attimo o nel locus più inaspettato (kairòs).
Anche il titolo della raccolta, in fondo, sottende un punto di domanda: cosa c’è “Oltre il silenzio”? C’è l’interrogarsi dell’Autrice “nel chiuso limite d’essere umano” per trovare spazi di speranza, conforto e amore per la vita, suggestioni di bellezza, attimi di gioia, che contagiano il lettore, in diffusi spunti sublimi di autentica poesia. E che importa se quegli attimi di gioia, raccolti in un ossimoro ad effetto ‒ …nell’eterno sonno d’un sogno lieve, in “Dove?” ‒ durano soltanto l’effimero spazio di un raggio di luce o il breve tempo di un sogno fugace? Li ritroveremo là, oltre il silenzio.