Via alla campagna di salvaguardia dei rospi in riproduzione che rischiano di finire schiacciati dalle auto

Via alla campagna di salvaguardia dei rospi in riproduzione che rischiano  di finire schiacciati dalle auto

Stanno attendendo solo che la temperatura si addolcisca ancora un po’ e che, magari, una pioggerellina li induca a lasciare i luoghi di svernamento e a mettersi in cammino verso quelli di riproduzione: sono i rospi, che ogni anno rischiano di finire schiacciati dalle auto mentre attraversano le strade provinciali delle zone rurali per raggiungere le zone umide in cui, a fine inverno e alle porte della primavera, le femmine depongono le uova. Quest’anno, grazie alle temperature miti dei primi giorni di febbraio accompagnate da abbondanti precipitazioni, si è assistito, in alcuni siti, ad un iniziale movimento di pochi esemplari, che si è però bruscamente fermato a causa del drastico calo delle temperature verificatosi nel secondo fine settimana del mese.

Ormai da 11 anni, la Funzione specializzata Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino affronta con successo quella che si può considerare come una vera e propria emergenza faunistica: la strage di cui rischiano di essere vittime migliaia di rospi.

Alla fine dell’inverno, gli anfibi partono dai luoghi riparati in cui svernano in stato di ibernazione e raggiungono gli stagni in cui si riproducono, approfittando delle temperature più miti e delle piogge che aumentano l’umidità dell’atmosfera, creando le condizioni ambientali favorevoli a dare l’avvio alla migrazione di massa; migrazione che raggiunge appunto l’apice nelle serate più umide e piovose. Tra andata e ritorno dai siti di riproduzione, l’esodo si protrae per circa un mese, perché, terminata la fase riproduttiva, gli anfibi ritornano verso i boschi da cui sono partiti.

Dove e come si interviene

La costruzione di strade e abitazioni e delle infrastrutture connesse ha in molti casi eliminato le aree umide che hanno un’importanza vitale per la specie, oppure ha creato barriere e ostacoli che impediscono o complicano gli spostamenti verso i siti di riproduzione.

Gli interventi realizzati dalla Funzione specializzata Tutela Fauna e Flora per salvaguardare i rospi variano a seconda delle zone, delle caratteristiche degli ostacoli e dei pericoli a cui gli anfibi vanno incontro – spiega Barbara Azzarà, Consigliera metropolitana delegata alla Tutela della fauna e della flora -. Sulle strade intensamente trafficate e con spazi di manovra ristretti, l’unica azione possibile è la sistemazione di cartelli che segnalano agli automobilisti la presenza dei rospi, invitandoli a moderare la velocità.In luoghi meno pericolosi per gli operatori, vengono collocate reti, la cui funzione originaria era di indirizzare i rospi verso sottopassi, già esistenti o creati ad hoc”. 

Alcuni volontari impegnati nell’allestimento del sito Rosta-Buttigliera

L’esperienza degli ultimi anni ha insegnato al personale di vigilanza faunistico-ambientale della Città Metropolitana che, in molti casi i “rospodotti” sono poco attraenti per gli anfibi, a causa del loro diametro insufficiente, della difficoltà di convogliarli al loro interno e della loro riluttanza a imboccarli. Dove vi sono sottopassi stradali di ampie dimensioni adibiti allo scolo o alla raccolta delle acque piovane, si è notato che i passaggi vengono effettivamente utilizzati. “Infatti – aggiunge la Consigliera Azzarà -, dove i rospodotti non svolgono appieno la loro funzione, tocca agli operatori spostare manualmente gli animali da un lato all’altro della strada. L’operazione è comunque agevolata dalla presenza delle reti”.

Negli anni, i siti di intervento sono cambiati. Il numero di animali è calato in maniera drastica a San Giorio di Susa e a Rivarossa, dove la migrazione non ha quasi più luogo. In altre località si registra una maggior attenzione dei cittadini verso la tutela dei rospi: ad esempio nella zona collinare di Torino.

I siti “storici” in cui la Città metropolitana interviene e collabora alle operazioni di salvaguardia da un decennio sono ancora attivi, grazie al contributo di numerosi volontari. Ad esempio, nel lago Gurzia, che appartiene ai territori dei Comuni di Vistrorio e Vidracco, convergono migliaia di anfibi provenienti dalle vicine colline.Per la loro tutela si attivano i volontari del Circolo Chiusella Vivo, il Comune di Vidracco, le guardie venatorie volontarie e privati cittadini.A Pertusio un gruppo di volontari sposta e salva ogni anno mille e più esemplari, mentre a Rosta operatori istituzionali, coadiuvati da cittadini, soccorrono centinaia di esemplari su un tratto stradale che, a causa di un traffico intenso e veloce, causa una mortalità molto elevata. Il successo delle operazioni e della riproduzione dei rospi dipende, come detto, dalle condizioni climatiche. Quello che è certo è che si è fatta strada tra i cittadini la consapevolezza dell’importante ruolo di una specie che è una vera e propria “sentinella vivente” dello stato di salute degli ambienti e contribuisce al mantenimento degli equilibri ecologici e al contenimento delle popolazioni di insetti nocivi per le colture agricole.