Modi di dire piemontesi: “Ciucia ‘n ciò e… tach-te al tranvaj”
Succhiare un chiodo e attaccarsi al tram. Due modi di dire tipicamente piemontesi; dei due, è più precipuamente torinese il secondo, almeno nella genesi, visto che Torino è dotata di una rete tranviaria fin dal 1871 (quando la città era percorsa dai tram a cavalli) ed è quindi molto probabile che la locuzione sia nata proprio nel capoluogo subalpino. Ciò non toglie che da Torino l’espressione popolare si sia estesa a tutto il Piemonte e di qui in ogni altra regione italiana.
Ciucia ‘n ciò, letteralmente succhia un chiodo, è una locuzione verbale che suona come uno scioglilingua che sembra appartenere ad una lingua orientale. E invece no: è piemontese a tutti gli effetti.
Ma quando si usa? Un chiodo non è un lecca-lecca, e per quanto lo si succhi non si riuscirà mai a cavarne né gusto né sapore, se non una vaga sensazione di algida freddezza metallica. E allora, viene da sé che la frase calza a pennello quando ci si imbatte in una delusione, come quando ci si illude di poter conseguire una promozione e si rimane ad un palmo di naso e in preda ad un cocente disincanto. Si pensava di succhiare una caramella ed invece stavamo succhiando un chiodo, da cui si sprigiona tutto l’amaro (e insulso) sapore della frustrazione. Così pure, quando qualcuno ci rivolge una richiesta che riteniamo impossibile o utopica da realizzare, anche qui ci sta benissimo un bel “ciucia ‘n ciò!”: una risposta perentoria che ha lo stesso significato di uno “stai fresco!”, ovvero: “niente da fare!”. O anche: “e adesso arrangiati!”.
In fondo, il significato di “ciucé ‘n ciò” non è molto dissimile da “tachesse al tranvaj”. Le due frasi idiomatiche sono legate dal medesimo fil rouge: attaccarsi al tram vuol dire aver perso un’opportunità, ovvero il tram che è appena ripartito dalla fermata. Siamo giunti troppo tardi: e allora non resta che rincorrerlo nella speranza di poter salire sul respingente posteriore e attaccarsi stretti stretti alle sporgenze della carrozza, proprio come facevano nel Novecento gli scugnizzi napoletani. Loro, però, lo facevano per puro divertimento.
Sergio Donna