Pro Natura, un anno di intenso lavoro per il recupero dei sentieri della collina torinese
TORINO. I volontari del gruppo di Pro Natura Torino hanno continuato anche nel 2021, spesso abbastanza numerosi e con una sparuta ma costante e attiva presenza anche di “volontarie”, il loro lavoro settimanale di pulizia, manutenzione e recupero dei sentieri della collina, sempre con l’ottimo coordinamento di Beppe Gavazza.
Sentieri e paesaggi riscoperti dalla cittadinanza, con l’occasione della pandemia e relative restrizioni che hanno impedito di uscire dall’ambito comunale. I torinesi stessi sono rimasti stupiti dalla ricchezza dei percorsi escursionistici e dalla bellezza dei paesaggi, anche da un punto di vista storico e culturale, a due passi da casa.
La manutenzione dei sentieri evoca serenità, lavoro in gruppo e bei paesaggi, ma è anche faticosa: occorre innanzitutto trasportare gli attrezzi (per tratti più o meno lunghi, a seconda di dove si lasciano gli automezzi) come pale, picconi, mazze, motosega e annessi; e a volte assi, pali di legno, picchetti, viti di varia lunghezza.
I lavori sui sentieri
Un lavoro frequente in quest’ultimo anno è stata la rimozione di piante cadute a causa del forte vento, che intralciano il passaggio, come è avvenuto ad esempio sul sentiero 10 della Val Sappone (che dal Fioccardo, lungo corso Moncalieri, porta fino in prossimità del parco della Maddalena). Sempre sul sentiero 10 sono state posizionate o sostituite ulteriori passerelle, così come anche sul sentiero 12 (quello che collega il parco della Maddalena con l’Eremo dei Camaldolesi) che presentava tratti fangosi in ogni periodo dell’anno, e sul mitico sentiero 29 (che collega il Po, in prossimità di San Mauro, con Superga per circa 450 m di dislivello). Per posizionare ponticelli e passerelle, che rendono i passaggi più comodi e sono anche belli da vedere, occorre preparare una base con due o tre tronchi paralleli, sui quali vengono poi avvitate le assi, queste ultime in genere acquistate e tagliate della misura necessaria. Oltre alle passerelle per poterli attraversare, i ruscelletti devono anche essere talvolta ripuliti da pietre e legname, abbassando il livello del torrente in modo che l’acqua scorra senza intoppi: tutte operazioni fatte a mano ovviamente, a volte anche smontando temporaneamente il ponticello già presente.
Sono stati poi creati gradini con generosità, in particolare sui tratti ripidi del sentiero 24 (quello che collega strada Mongreno con Villa Ottolenghi), del 27 (l’ex Sentiero Avventura di Superga, ormai diventato meno avventuroso, ma agevolmente percorribile, e sempre molto panoramico) e sul 12 prima citato.
Per creare un passaggio duraturo (salvo atti di vandalismo, già verificati) occorre sagomare il terreno argilloso e posizionare i gradini (legno reperito sul posto e sagomato), puntellandoli con picchetti di legno in genere preparati prima. Con lo stesso principio può essere necessario sistemare delle bordure (per evitare che frani sui lati nei tratti a mezza costa), puntellando questa volta dei tronchi più lunghi. Una bordura di soddisfazione è stata ad esempio realizzata su di una stradina a Reaglie (in corrispondenza di un tratto dell’Anello Verde) in prossimità della borgata Forni, per proteggere la recinzione di un privato a valle, e poi anche un’altra sul sentiero 16 (quello che dal parco Leopardi porta a Cascina Bert).
La segnaletica e le bici
Ogni anno occorre sostituire qualche cartello segnaletico, un po’ dovunque, e piazzare nuovi pali con puntazze in metallo (quelle che proteggono il legno piantato nel terreno).
E’ fondamentale che i sentieri siano percorsi (dagli escursionisti), così restano tracciati. Del rapporto complicato con i ciclisti, che in teoria dovrebbero andare su stradine abbastanza larghe e con opportuna segnaletica (come ad esempio nel Parco della Maddalena) oppure sui tracciati a loro riservati e preferibilmente non sui sentieri escursionistici, si è già parlato a più riprese, e sempre con tono pacato e collaborativo; d’altra parte la maggioranza dei ciclisti sono civili ed educati. Invece sarebbe opportuno che la pratica del downhill (discesa a razzo sui pendii, con bici specifiche e abbastanza robuste), che ha sciaguratamente preso piede tra i giovani e non solo, invasiva e distruttiva, perché vengono devastati i sentieri e creati passaggi fuori sentiero che degradano il pendio, venisse davvero permessa solo nei circuiti riservati allo scopo.
Ristampata la cartina del percorso che porta a Superga
In questi ultimi mesi si è verificato un inaspettato e positivo aumento di richieste delle cartine della collina (scala 1:15.000), in particolare della n.1 che è la zona di Torino e Superga che, dopo un periodo in cui è stata introvabile, è stata ristampata ed è nuovamente disponibile presso la sede di Pro Natura in via Pastrengo 13, Torino. Pur con la cronica mancanza di contributi da parte degli enti pubblici e le ingenti spese sostenute con fondi propri, e anche grazie alle numerose offerte dei soci, Pro Natura continua a perseguire i progetti in cui crede.