Enrichetta Naum, l’unica donna esorcista nella Torino dell’Ottocento
TORINO. Forse ai più il nome di Enrichetta Naum non dice nulla. Eppure nell’Ottocento è l’unica donna nel capoluogo piemontese che, per sua la presunta capacità di cacciare i demoni, viene riconosciuta ufficialmente (l’anno è il 1895) come esorcista dalle autorità politiche e religiose. E per quanto se ne sappia, è l’unica donna in quel periodo a praticare ufficialmente l’esorcismo in tutta la Penisola. Tra l’altro, i registri ecclesiastici del tempo riportano il fatto che solo un altro individuo, appartenente peraltro al clero, sia qualificato come esorcista in tutta la città.
Enrichetta nasce nel 1843 e trascorre gran parte della sua vita al secondo piano di via Cappel Verde 6, una piccola e stretta via in pieno centro storico torinese, che deve la sua denominazione a un’antica locanda recante nell’insegna un curioso e atipico – per l’epoca – copricapo di colore verde. Questo locale ormai scomparso da tempo si racconta che fosse infestato da un fantasma femminile che provocava forti rumori vibrazioni e spostamento di suppellettili. Tentativi di cacciare lo spettro, anche con l’intervento di un religioso esperto dell’arte dell’ esorcismo, fatto venire da Susa non hanno l’effetto sperato.
La fama di Enrichetta Naum raggiunge l’apice nell’ultimo ventennio del XIX secolo. Sono in tantissimi a Torino a considerarla, oltre che esorcista, una guaritrice capace di liberare dai mali che i medici stentano ad individuare e a curare. Si adopera in strani riti facendo bollire diversi intrugli in pentolini da cui escono vapori e vampate, pronunciando formule latine senza comprenderne nei stessa il significato. Quindi, accompagna i pazienti per una preghiera di ringraziamento nella vicina chiesa del Corpus Domini costruita sul luogo in cui il 6 giugno 1453 è avvenuto il cosiddetto miracolo eucaristico. E’ forse una coincidenza che questa donna descritta come piccola, bruttina, che si esprime preferibilmente in dialetto piemontese, abiti accanto al vecchio seminario la cui biblioteca ospita molti testi proprio sul tema dell’ esorcismo e dei demoni.
Sulle molte persone che la donna prende in cura si diffondono molte voci, ma poco o niente si conosce con certezza riguardo i suoi pazienti. L’unico caso documentato è quello del quattordicenne Giuseppe Brossa che, secondo la madre è preda del demonio. Su consiglio del parroco, la madre del ragazzo si reca da Enrichetta che, dopo strane omelie e litanie, prepara delle presunte pozioni magiche che raggiungono lo scopo. E’ ovviamente difficile distinguere tra verità e fantasia ma, ciò che è certo, è che la donna conquistato. anno dopo anno. una notevole reputazione per i suoi servigi.
Come scrive Giuseppe Cornelli su Piemonte Mese del marzo 2018: “È singolare il fatto che a una donna fosse concesso il permesso di compiere atti e procedure normalmente riservate a uomini di chiesa specializzati; ma il successo e la fama di Enrichetta ben si sposavano con le cause religiose: la donna, infatti, era solita, dopo aver eseguito le sue procedure di “purificazione dal demonio”, accompagnare i clienti in una vicina chiesa (la chiesa dello Spirito Santo, ndr) al fine di convertire i soggetti ai dogmi del cristianesimo”.
Nell’ultimo periodo della sua vita Enrichetta si trasferisce in una mansarda di via Garibaldi. Muore nel 1911 e ad annunciare la sua dipartita è un brevissimo necrologio su “La Gazzetta del Popolo”. Ha 68 anni, un’età piuttosto avanzata per l’epoca. Intanto, la famosa via Cappel Verde è diventata una delle tappe obbligate del turismo magico ed esoterico di Torino. Secondo alcuni cultori dell’esoterismo ancora oggi in quella casa al civico 6 si sentono strani rumori e un fantasma compare ancora di tanto in tanto spaventando gli odierni abitanti.