La Chiesa della Confraternita del Santo Sudario e il Museo della Sindone
In Via Piave 14 angolo Via San Domenico, a Torino, sorge la Chiesa della Confraternita del Santo Sudario, nata per sostenere e diffondere la venerazione della Sindone e per scopi assistenziali.
Nell’edificio sacro ancor oggi vengono officiate funzioni religiose, ma soltanto in occasione delle celebrazioni della Confraternita, fondata a Torino nel 1598, venti anni dopo il trasferimento della Sindone nella nuova capitale sabauda per volontà del duca Emanuele Filiberto. La sede iniziale della Confraternita fu la Chiesa di San Pietro Curte Ducis, ora scomparsa, che non era molto distante dalla cappella di Santa Maria, primo ricovero provvisorio della Sindone. Alla soppressione della Chiesa di San Pietro, la Confraternita avrebbe dovuto trasferirsi presso la Chiesa di Santa Maria di Piazza (1729), ma l’edificio non era stato lasciato in buone condizioni dai Padri Carmelitani e non fu ritenuto idoneo allo scopo.
Nel frattempo, però, il re Vittorio Amedeo II, nel 1728, aveva donato alla Confraternita una parte dell’isolato di Sant’Isidoro per la costruzione di un Ospedale per l’assistenza dei malati di mente (chiamato Ospedale de’ pazzerelli).
Per ovviare alle ristrettezze della cappella interna al nuovo Ospedale, nel 1732 viene rilevato il lotto adiacente per la costruzione di un Oratorio, che poi sarebbe diventato l’attuale Chiesa del SS. Sudario. Il progetto, affidato all’ingegner Ignazio Mazzone, prevedeva una semplice navata unica con angoli smussati e un più stretto presbiterio, su cui si affacciavano i coretti; per le decorazioni vennero chiamati il quadraturista veneziano Pietro Alzeri e il frescante Michele Antonio Milocco. Nel 1764 l’Oratorio privato della Confraternita viene aperto al culto esterno. Viene pertanto realizzata la facciata su progetto di Giovanni Battista Borra, ispirata alla facciata seicentesca della Sainte-Chapelle di Chambéry. Tra il 1766 e il 1770 si costruì anche il campanile. Nel 1801, con la soppressione della Confraternita, vanno dispersi o alienati gli arredi della chiesa e solo vent’anni dopo viene riaperto l’Oratorio. Sarà restaurato e completato degli arredi a fine Ottocento.
Attualmente la Chiesa del SS. Sudario mantiene l’aspetto un edificio di culto in stile tardo barocco a pianta rettangolare, delimitato da un’abside quadrata su cui si affacciano due eleganti coretti. Di particolare suggestione è il soffitto, integralmente affrescato sul tema della Trasfigurazione di Cristo, che è ritratto al centro insieme agli Apostoli.
Visitare la Chiesa del Santo Sudario è possibile, approfittando del percorso guidato del Museo della Sindone, ospitato dal 1971 all’interno dell’annesso Oratorio. Il Museo è nato su iniziativa del Centro Internazionale di Sindonologia, istituito nel 1959 per la promozione e la documentazione delle ricerche scientifiche e storiche sul Sacro Lino.
Al piano seminterrato, il Museo della Sindone si estende nei locali della cripta della Chiesa del SS. Sudario, in cui è stata allestita la Sala Centrale del percorso di visita. La Sala è suddivisa in due sezioni tematiche: quella scientifica e quella storica.
Oltre alle testimonianze relative alle ostensioni della Sindone e all’attività della Confraternita, vi sono conservati alcuni importanti reperti, quali il cofanetto in cui venne trasportata la Sindone nel 1578, la macchina fotografica e le lastre originali delle fotografie di Secondo Pia e di Giuseppe Enrie (1898). È presente anche una ricca raccolta di documentazione relativa alle ricerche più recenti, oltre ad una biblioteca e un’emeroteca (con una cospicua raccolta di giornali e periodici).
Ricordiamo ancora che nell’ambito della Confraternita del SS. Sudario, nel 1937 venne istituito il Sodalizio dei Cultores Sanctae Sindonis, che dal 1959 ha assunto la nuova denominazione di CISS (Centro Internazionale di Studi sulla Sindone), sotto gli auspici del Cardinale di Torino Maurilio Fossati. Il CISS (che organizza e promuove Convegni nazionali ed internazionali di ricerche e studi sindonici, coordinando l’approccio scientifico multidisciplinare dei partecipanti), si avvale delle competenze in campo sindonico di un direttore affiancato da due vicedirettori, uno dei quali funge anche da direttore del Museo della Sindone.
L’accesso al Museo è in Via San Domenico 28. È aperto tutti i giorni, escluso Natale e Capodanno. Telefono e info: 011-4365832.