In visita al castello di Masino e al suo labirinto botanico (il secondo più grande d’Italia)
CARAVINO. A due passi dalla Serra d’Ivrea, su una collina morenica da oltre mille anni svetta il castello di Masino: dal belvedere si gode di un paesaggio suggestivo ancora oggi intatto. La posizione strategica costò al maniero frequenti contese, ma la nobile famiglia dei Valperga – che la tradizione vuole discendente da Arduino, primo re d’Italia – ne mantenne il possesso dalle origini, documentate già nel 1070. Nel corso dei secoli l’illustre famiglia convertì la struttura in residenza aristocratica e poi in elegante dimora di villeggiatura.
A raccontare questo glorioso passato sono saloni, salotti, appartamenti: un raffinato sfoggio di gusto e di cultura che trova espressione anche negli ambienti del sapere, come la preziosa biblioteca che conserva più di 25 mila volumi antichi. Sono tanti gli affreschi realizzati tra il ‘600 ed il ‘700, così come gli arredi, le stanze degli ambasciatori e gli appartamenti della Madama Reale, detti così poiché furono costruiti nel 1670 dal Conte Carlo Francesco I di Masino per la consorte di Vittorio Emanuele I di Savoia.
Tra i locali da visitare vi è anche il Salone da Ballo, finemente decorato e con grandi finestre da cui si gode della vista sul verde del grande parco del castello. E poi la Sala degli Stemmi, la Sala dei Gobelins con le magnifiche tappezzerie e il Salone degli Dei decorato così come la Galleria dei Poeti. All’esterno la grande Terrazza dei Limoni e la più piccola Terrazza degli Oleandri, da cui godere di un panorama davvero incantevole, immerso nel verde e nella pace della campagna piemontese.
Il castello è circondato da un immenso parco con un maestoso viale alberato, ampie radure e angoli scenografici che in primavera si riempiono di eccezionali fioriture. Nel parco, verso la fine del viale alberato che da una uscita laterale del castello porta a uno spiazzo panoramico che da buon conto della rilevanza strategica del luogo, con una vista che arriva fino all’imbocco della Valle d’Aosta, si trova il secondo labirinto botanico più grande d’Italia (il più grande è il Labirinto della Masone, a Fontanellato in provincia di Parma). Il percorso è costruito con alte siepi di carpini ed è stato ricostruito seguendo scrupolosamente il disegno settecentesco ritrovato negli archivi. Per farlo sono stati utilizzate oltre duemila piante di carpini tagliate con minuziosa regolarità.
Un po’ di storia
Il castello fu costruito nel secolo XI per volere della famiglia Valperga, casato che si dichiarava discendente dal re Arduino d’Ivrea. A causa della sua posizione strategica la fortezza fu subito teatro di numerose battaglie tra le varie famiglie nobili dell’epoca (Savoia, gli Acaia, i Visconti e gli stessi conti di Masino) che si contendevano la zona del Canavese.
Nel XVI secolo il Castello venne demolito e ricostruito completamente dai francesi, assumendo la funzione di dimora signorile. Nel XVIII secolo venne arricchita da decorazioni in gusto neoclassico. Alla morte dell’ultima abitatrice della residenza, nel 1988, Vittoria Leumann, moglie del conte Cesare Valperga, il figlio, Luigi Valperga di Masino, cedette l’edificio al FAI, che lo ha comprato grazie al contributo di FIAT, Cassa di Risparmio di Torino e Maglificio Calzificio Torinese.
(Foto Wikipedia)