Personaggi

Nati il 31 maggio: l’avvocato lanzese Romualdo Palberti. Fu vicepresidente della Camera

Avvocato e politico piemontese, Romualdo Palberti ebbe i natali a Lanzo Torinese il 31 maggio 1846. Come ricordava di fronte al Senato il ministro della Giustizia Luigi Rossi per commemorarne la figura dopo la sua scomparsa avvenuta a Torino il 12 aprile 1922, “giovanissimo si laureò in giurisprudenza e fu dapprima, per breve tempo, magistrato. Ma il suo temperamento battagliero e vivace lo portava piuttosto verso la professione libera e si iscrisse nell’Albo forense di Torino, cui appartenne per oltre un cinquantennio, assurgendo, per dottrina e facondia, a posto elevatissimo tra gli avvocati di quella città; fu prima valorosissimo penalista, legando il suo nome a varî processi celebri, ma dedicò poi la sua maggiore attività al ramo civile“.

E, ancora: “Il suo ingegno e il suo carattere lo spingevano verso la carriera politica, in cui esordì nel 1886, avendolo in quell’anno il secondo collegio di Torino eletto a suo rappresentante alla Camera dei deputati per la sedicesima legislatura. Fu poi per altre cinque legislature consecutive deputato per il collegio di Lanzo fino al 1904. La sua dirittura politica, insieme alla dottrina non comune ed alla rapida, concitata eloquenza, lo segnalarono subito all’attenzione dei colleghi: e non vi fu quasi discussione importante, in ogni materia, in cui egli non facesse sentire la sua robusta parola. Nel 1897 fu eletto vice-presidente della Camera e rimase a tale posto finché fu deputato, fino, cioè, al 1904. Fu membro delle giunte e commissioni più importanti, e fu presidente e relatore della Commissione dei cinque, nominata dalla Camera dei deputati nel dicembre 1897 per esaminare le conseguenze della sentenza della Corte di cassazione sulla questione Crispi”.

A Torino, ch’era la sua seconda patria, e dove era circondato di universali simpatie, coprì uffici amministrativi ragguardevoli e il suo nome resterà legato all’impulso mirabile ch’egli seppe dare a varie istituzioni pubbliche. Fu per molti anni presidente del Consiglio di amministrazione del manicomio; fu capo dell’amministrazione dell’Opera dell’infanzia abbandonata e di numerosi altri istituti, dovunque portando fervido amore e illuminata competenza. Fu anche per lunghi anni consigliere comunale e provinciale di Torino. Il 21 gennaio 1906 venne nominato senatore e, fino a che la salute glielo concesse, fu attivissimo, prendendo parte a discussioni importanti e procacciandosi stima e simpatia universali.

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