Valle Anzasca, il santuario della Gurva e la Milizia Tradizionale di Calasca
La devozione degli abitanti di Calasca, piccola comunità della valle Anzasca nell’alto Piemonte, per la Madonna delle Grazie venerata nel santuario della Gurva è strettamente intrecciata con la storia della Milizia Tradizionale di Calasca, un’antica istituzione militare che affonda le proprie origini nelle seicentesche Milizie delle Terre, gruppi di difesa territoriale sorti in Ossola durante la dominazione spagnola.
Correva l’anno 1614 quando, nel pieno dipanarsi della prima guerra del Monferrato, il marchese Juan de Mendoza y Velasco, governatore spagnolo del ducato di Milano, nei cui confini erano comprese a quel tempo le valli ossolane, ordinò, tramite un suo emissario inviato nell’Ossola, la costituzione delle Milizie delle Terre, raggruppamenti militari formati da valligiani che avevano, in particolare, il compito di presidiare i valichi alpini e altri punti strategici contro la minaccia di invasioni.
La preoccupazione del governatore spagnolo, che troviamo menzionato nei manzoniani Promessi Sposi come autore delle grida che tentarono di estirpare dal milanese la piaga sociale dei “bravi”, era rivolta soprattutto alle rivendicazioni del duca di Savoia Carlo Emanuele I che, alla morte del duca di Mantova Francesco IV Gonzaga nel 1612, aveva deciso di far valere i diritti dinastici alla successione occupando militarmente il Monferrato.
La reazione armata degli spagnoli non si fece attendere: nel complesso scenario geopolitico dell’epoca, infatti, il regno di Spagna intendeva tutelare la propria posizione egemonica in Italia assicurandosi che al vertice dell’antico marchesato monferrino vi fosse una dinastia fedele a Sua Maestà Cattolica, come lo erano i Gonzaga, nell’ottica di preservare il controllo militare di quell’itinerario dall’alta valenza logistica ed economica noto come “Corridoio di Fiandra” (o Cammino di Fiandra) che, fin dall’età di re Filippo II, collegava i possedimenti spagnoli nella penisola italiana con i territori nord-europei appartenenti agli Asburgo-Spagna o posti sotto la loro influenza.
In questo contesto, malgrado l’opposizione degli abitanti delle valli ossolani, che non mostrarono alcun entusiasmo nel mettersi al servizio degli Spagnoli, alla fine le comunità locali dovettero dare seguito al progetto di difesa territoriale messo a punto dal marchese di Mendoza, e fu così che nacquero in valle Anzasca le Milizie delle Terre, di cui oggi abbiamo testimonianza nei gruppi storici della Milizia Tradizionale di Calasca e della Milizia Tradizionale di Bannio. Come si legge sul sito internet della Milizia di Calasca, gli uomini reclutati ricevevano “tre parpaiole al giorno (monete di mistura) ed il pane di monizione”, ma i comuni, di fronte ai numerosi casi di diserzione, si videro presto costretti a introdurre altri incentivi, come una mercede giornaliera più corposa e l’esenzione totale dalle tasse per la durata del servizio.
Con il tempo alcune di queste milizie, adeguandosi ai rivolgimenti politici e sociali (nel 1743, con il trattato di Worms, l’intera Ossola venne assegnata al regno di Piemonte-Sardegna), mutarono la propria vocazione, dismettendo i compiti militari e assumendo nuove funzioni, soprattutto in relazione alle feste tradizionali, che sono occasioni collettive in cui si rinnova il sentimento religioso cristiano e si consolida il senso di appartenenza alla comunità.
E’ a questo punto della storia che le vicende della Milizia di Calasca s’intersecano con le origini del santuario della Gurva, luogo intriso di spiritualità e di mistero in cui ogni anno, il 15 agosto, festa dell’Assunta, si ritrovano i componenti in divisa della Milizia Tradizionale di Calasca, che oggi si presenta come un battaglione di rievocatori composto (in ordine di marcia) da zappatori, pifferi e tamburi, ufficialini, ufficiali a cavallo, prima compagnia, bandiera e seconda compagnia.
La chiesa-santuario della Gurva, inaugurata il 15 agosto 1641, era stata costruita inglobando una primitiva cappella contenente l’effigie ritenuta miracolosa della Madonna delle Grazie, che è il fulcro dell’afflato devozionale così radicato nella valle. Le origini del culto mariano della Gurva, che condusse alla fondazione del santuario, sono avvolte nelle nebbie del tempo: le cronache registrano diversi episodi inspiegabili, come il trasudamento di sangue dall’immagine mariana, e numerose guarigioni miracolose, che alimentarono nel tempo l’afflusso di fedeli, richiamandoli da tutta l’Ossola.
Oltre ai fatti miracolosi che si susseguirono negli anni, vi fu la terribile pestilenza che colpì a più riprese l’Ossola tra il 1629 e il 1630 e che, accrescendo il bisogno di protezione mariana nella popolazione, rafforzò il desiderio di edificare un santuario in onore di quella Madonna delle Grazie che tante volte in passato aveva risposto positivamente alle implorazioni dei valligiani in difficoltà.
Ciò che impressiona visitando il santuario è certamente la posizione a strapiombo sul torrente Anza che scorre impetuoso ai piedi dell’edificio, ma soprattutto l’enorme masso che sorge accanto alla chiesa e che sembra sfidare le leggi fisiche, trovandosi quasi sospeso, in bilico su una base di appoggio molto piccola. A proposito della grande roccia, un teologo locale, che fu anche parroco di Calasca a fine Ottocento, sostiene nei suoi scritti che il masso si fosse staccato dal fianco della montagna, quando ancora non esisteva il santuario, rotolando rovinosamente a valle e fermandosi lì dove oggi si trova, senza travolgere la primitiva cappella con l’immagine mariana, che rimase prodigiosamente integra e che sarebbe stata, anni dopo, incorporata nella nuova costruzione.
La festa del santuario della Gurva, che cade il 15 agosto, ricorrenza dell’Assunzione, nonostante la chiesa sia dedicata alla Madonna delle Grazie, non è l’unica solennità religiosa ad essere condecorata dalla Milizia Tradizionale di Calasca, che garantisce la propria presenza anche in occasione dei festeggiamenti del santo patrono del battaglione, il martire Valentino, fissata per la domenica d’agosto che precede la festa della Gurva.
La ricorrenza fa memoria della traslazione a Calasca delle reliquie di San Valentino (oggi conservate nella frazione Antrogna, all’interno dell’imponente chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate, soprannominata per le dimensioni inusuali “Cattedrale fra i Boschi”), martire delle persecuzioni anti-cristiane dei primi secoli, che vennero estratte da una catacomba romana di per essere portate in valle Anzasca il 15 luglio 1805. Proprio in quella data, la Milizia di Calasca promosse San Valentino al ruolo di patrono del battaglione.
Concludiamo questo breve itinerario alla scoperta delle tradizioni della valle Anzasca con una notazione riguardante le divise indossate dai rievocatori della Milizia che, avendo dismesso l’originaria foggia spagnoleggiante, rispecchiano i cambiamenti intervenuti nel corso del tempo, in conseguenza sia dell’evoluzione delle mode e dell’equipaggiamento militare, sia dei mutamenti della situazione politica. Mentre le divise della Milizia Tradizionale di Bannio, che fu per secoli capoluogo amministrativo della valle Anzasca, sono ispirate a quelle di un reggimento sabaudo di granatieri, il “Piemonte Reale”, in uso negli anni 1856-1859, l’abbigliamento della Milizia di Calasca riflette, nella sua versione attuale, le mutazioni intervenute nel periodo napoleonico.
Si ringrazia per la concessione delle foto l’autrice Maira Lometti