Fu calciatore a arbitro di calcio, ma Umberto Malvano da Moncalieri (To) fu anche un dirigente sportivo e merita di essere ricordato in quanto da studente tredicenne e studente ginnasiale partecipò nel 1897 alla fondazione della Juventus su una “storica” panchina di corso Re Umberto.
Nato a Moncalieri (To) il 17 luglio 1884, fu il diciassettesimo figlio di Alessandro, deputato e assessore alle finanze del Comune di Torino. Nella sua carriera di calciatore giocò per quattro stagioni tra i bianconeri prima di trasferirsi a Pavia e poi a Padova per il servizio di leva. In Lombardia conobbe i dirigenti del Milan, che lo tesserarono come ala sinistra per la fortunata campagna agonistica del 1906 che sfociò nel secondo scudetto dei rossoneri, vinto proprio contro la Juventus. Al Velodromo Umberto I, il pubblico bianconero si fece sentire, esternando tutto il proprio risentimento nei confronti di Malvano, considerato come un traditore. Per tutta la durata dell’incontro il ragazzo venne fischiato e insultato, tanto da condizionarne la prestazione in campo. Dopo gli insulti il giocatore di Moncalieri preferì non ripresentarsi quando il 29 aprile si giocò lo spareggio per il titolo.
Finito l’impegno di leva con il grado di tenente di complemento d’artiglieria, tornò a giocare con la Juventus fino al 1913. Laureatosi in ingegneria, mantenne i propri interessi a cavallo fra le due più ricche regioni italiane e la sua ampia rete di conoscenze gli permise di intercedere per ottenere, nel 1913, la provvisoria iscrizione della Juventus nel girone di Prima Categoria gestito dal Comitato Regionale Lombardo per le sole qualifiche regionali. Malvano fu poi anche arbitro e vicepresidente della Federcalcio che è guidata a quei tempi dall’avvocato Luigi Bozino.
Nel 1948 in occasione del 50º anniversario della FIGC fu insignito del titolo di pioniere del calcio italiano. Si spense a Torino nel settembre 1971 all’età di 87 anni.
