Nati il 23 luglio: il generale novarese Giovanni Cavalli, inventore del cannone a retrocarica
Giovanni Carlo Cavalli nasce a Novara il 23 luglio 1808. Nel suo destino c’è l’esercito, tant’è che a soli 10 anni entra nella Regia Militare Accademia a Torino, accomunato ad altri importanti protagonisti del Risorgimento. A soli 18 anni è già sottotenente d’artiglieria ed è l’allievo prediletto del celebre professore Giovanni Plana che è insegnante di calcolo infinitesimale all’Accademia e all’Università e che lo nomina suo assistente.
Essendo il primo del suo Corso, viene insignito dal re Carlo Felice del titolo di aiutante maggiore, con il diritto a vestirne l’uniforme, e rimane in Accademia per curare le esercitazioni pratiche d’artiglieria. Nel corso dei suoi studi è attento ai problemi tecnici delle guerre precedenti, in particolare quelle della rivoluzione francese e dell’Impero napoleonico e si applica allo studio delle memorie di Napoleone prestando attenzione ai passi in cui Napoleone lamenta le carenze delle artiglierie di quel tempo. Individua i limiti che la tecnologia dell’epoca pone ai comandanti nell’impiego degli eserciti e si documenta sui lavori eseguiti altrove. Avendo a disposizione le pubblicazioni presenti all’Accademia e la possibilità di avere informazioni di prima mano, a vent’anni ha già concepito e studiato soluzioni innovative nel campo dell’artiglieria e del genio.
Nel 1844 Cavalli inventa un sistema rivoluzionario di cannone dotato di retrocarica e di rigatura interna delle bocchette da fuoco, che migliora il caricamento e la precisione della traiettoria dell’arma. L’innovazione tecnica, adottata dall’artiglieria piemontese nel 1848, è determinante nelle guerre risorgimentali, e in seguito verrà usata da tutti gli eserciti d’Europa. Nella storia militare entra anche per aver ideato una serie di equipaggiamenti e strategie per migliorare l’attraversamento dei fiumi, rendere le artiglierie molto mobili in grado di aprire il fuoco anche senza staccare i cavalli, intensificare la cadenza di tiro e la precisione dei pezzi. Tuttavia il suo ingegno si esprime in molti altri campi della tecnologia militare e in campo civile.
Nel 1848-49 Cavalli partecipa con il grado di maggiore alla Prima guerra d’indipendenza distinguendosi a Peschiera. Da colonnello è impegnato nella Seconda campagna d’indipendenza, ricoprendo sempre nel 1859 la carica di direttore della Regia fonderia dell’Arsenale di Torino. L’anno dopo viene promosso maggior generale, divenendo comandante generale dell’artiglieria nelle Regie truppe dell’Emilia, mentre con il grado di tenente generale è membro del comitato d’artiglieria nel 1862. Tre anni dopo è comandante generale della Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino. Incarico che rivestirà sino al 1879, allorché sarà messo a riposo. Insignito delle croci di ufficiale e commendatore dell’Ordine militare di Savoia e membro di accademie scientifiche e letterarie, è sovente in missione all’estero.
Cavalli viene insignito di numerose onorificenze accademiche ed ha la nomina, nel 1876, a senatore del Regno d’Italia. Muore a 71 anni, muore il 23 dicembre 1879 per una crisi
cardiaca.
Piero Abrate