Nati il 28 luglio: il generale torinese Vittorio Ambrosio, tra i protagonisti dell’Armistizio
Nato a Torino il 28 luglio 1879, Vittorio Ambrosio combatté tre guerre (quella italo-turca in Libia nel 1911-12; la grande guerra 1914 – 1918 e la seconda guerra mondiale 1939-1945) e nel 1943 ebbe un ruolo importante nella caduta del governo Mussolini e nell’armistizio dell’8 settembre, essendo egli in quel periodo il Capo di stato maggiore generale, vale a dire la più alta autorità militare del Paese.
La sua avventura nell’esercito ha inizio nel 1896 quando entra a far parte della Scuola Militare di Modena. Due anni dopo venne nominato Sottotenente di Cavalleria. Assegnato al Reggimento “Cavalleggeri di Roma, viene promosso al grado superiore nel 1901. Il 1° novembre seguente viene comandato al Corso pratico di servizio di Stato Maggiore presso lo stesso Corpo. Il 1° giugno 1908 termina l’esperimento di servizio presso la Divisione Militare Territoriale di Alessandria e passa al 7° Corpo d’Armata. L’anno successivo (1910) consegue la promozione al grado di Capitano e nel 1911 venne destinato al Reggimento “Cavalleggeri di Lucca” per il periodo di comando di squadrone.
Partecipa alla Spedizione Italiana in Libia e nel luglio 1913 rientra in Italia. Ricopre fino alla vigilia della guerra incarichi di S.M. prima alla Terza Divisione di Cavalleria “Lombardia” a Milano poi in guerra in altri reparti. Maggiore nel 1916 venne promosso al grado superiore dal 25 febbraio 1917. Si mette in luce nello stesso anno nell’azione fra il Tagliamento e il Piave per proteggere il ripiegamento della Seconda Armata durante la ritirata di Caporetto. Il l 6 gennaio 1918 consegue la promozione al grado di Colonnello. Il 20 giugno 1922 diviene Comandante del Reggimento “Savoia Cavalleria” a Milano e al termine del periodo di comando assume l’incarico di Comandante in seconda della Scuola di Applicazione di Cavalleria di Pinerolo. Il 19 dicembre 1926 conseguita la promozione al grado di Generale di Brigata ne diviene il Comandante. Nel febbraio 1932 conseguì la promozione al grado di Generale di Divisione e passa a comandare la Seodnda Divisione Celere “Emanuele Filiberto Testa di Ferro” a Bologna.
Il 19 ottobre 1933 viene incaricato dell’Ispettorato delle Truppe Celeri in Roma ed il 30 ottobre 1935 assunse l’incarico di Comandante del Corpo d’Armata della Sicilia a Palermo (12°). Dal 30 novembre ne consegue anche il grado. Nell’aprile 1941 partecipa alle operazioni contro la Jugoslavia, ottenendo in pochi giorni notevoli successi e mettendosi in luce come comandante di grande capacità e chiarezza di visioni operative. Si guadagna per il complesso delle sue brillanti attività in Jugoslavia, la Croce dell’Ordine Militare di Savoia (OMS oggi d’Italia). Nominato dal 20 gennaio 1942 Capo di S.M dell’Esercito, il 29 ottobre seguente consegueì la promozione al grado di Generale d’Armata. Il 2 febbraio 1943 assume l’incarico di Capo di S.M Generale. Con la caduta del fascismo viene riconfermato sino al 1945 quando è collocato in congedo. La sua intera vita è stata spesa nell’esercito e – come detto – cruciale fu per lui il momento nel quale cadde il governo Mussolini, 25 luglio 1943, e l’armistizio firmato con gli Alleati, alla quale seguì la fuga a Brindisi del re, del governo e dei vertici militari. Il generale D’Ambrosio morì ad Alassio (Sv) il 19 novembre 1958.
Al Vittorio Ambrosio è stato dedicato anche un libro. Si tratta di Un generale dentro la Storia scritto da Gianni e Massimo Rigodanza, padre e figlio. Il volume (142 pagine e formato 17×24) è ricco di immagini d’epoca.