Gianni Rivera compie 80 anni: con Umberto Eco è l’alessandrino più famoso in Italia e nel mondo
ALESSANDRIA. Già ieri sulle principali testate nazionali il grande calciatore del Milan e della Nazionale Gianni Rivera si è raccontato per i suoi 80 anni. Il genetliaco però il “Golden Boy” del calcio italiano lo festeggia oggi, 18 agosto. Insieme a Umberto Eco Gianni Rivera è sicuramente l’alessandrino più conosciuto e famoso in Italia e nel mondo.
“Ormai è due giorni che mi fanno gli auguri – ha ricordato ai microfoni dell’emittente locale Radio Gold .- Mi chiedono un bilancio di tutto quello che ho vissuto ma a me non piace fare bilanci: vorrebbe dire che ci si ferma ma io voglio continuare a camminare. Certo, oggi mi farà piacere festeggiare con la mia famiglia ma poi continuerò a camminare. Un mio progetto? Diventare allenatore. Ho preso il patentino tre anni fa, nel calcio mi manca solo di ricoprire quel ruolo, magari c’è qualche presidente che vorrà darmi una possibilità”. Ha parlato anche la sua città natale: “Ad Alessandria abitavo vicino allo stadio e andavo a palleggiare contro il muro del Moccagatta. Ricordo quando andavamo a trovare i nonni e i parenti a Valle San Bartolomeo. Ora è cambiato tutto: ci spostavamo a piedi, oggi ho visto che sono state costruite delle ville e vanno tutti in auto”.
Rivera non sembra subire il tempo che passa, anzi è sempre pronto a mettersi in discussione, a scendere in campo, a distinguersi come ha sempre fatto nella sua vita. Esordisce in Serie A a 16 anni, diventando presto uno dei protagonisti indiscussi del calcio italiano negli anni ‘60 e ’70. Debutta con il Milan nel 1960. E con i rossoneri passerà tutta la sua carriera. E’ stato il primo a vincere il pallone d’oro nel 1969, una Coppa Intercontinentale, due Coppe dei campioni nel ‘63 e nel ’69, due Coppe delle Coppe ‘68 e ’73, tre scudetti nel ‘62, ’68 e ‘79, quattro Coppe Italia ’67, ‘72, ’73, ’77, alle quali si aggiungono 501 presenze in serie A con la maglia del Milan e 122 gol, oltre al titolo di capocannoniere nel 1973 insieme con Savoldi e Pulici.
Nell’intervista rilasciata a Repubblica, si diverte e scherza sull’età che avanza: “Poi mi dico che Paul McCartney e Mick Jagger ancora cantano e che John Glenn tornò nello spazio che di anni ne aveva 77, per cui…”. Un uomo, uno sportivo, un fenomeno che non ha mai voluto davvero attaccare gli scarpini al chiodo e rivela di aver ancora un sogno nel cassetto: “Sono stato allenatore in campo per venti anni, so tutto del mestiere, sono pronto, se mi chiamano, mi ci siedo volentieri. Tra l’altro, costo molto meno di Spalletti”. E sulle dimissioni sconcertanti di Roberto Mancini commenta: “Molto strane, non l’ho mica capito. Credo di non essere l’unico”.