Pazienti in coma, a Torino un rivoluzionario software cognitivo
TORINO. Una scoperta rivoluzionaria quella che vede protagonista in questi giorni la Città della Salute di Torino, nell’ambito della sanità è nato un software che è in grado di verificare lo stato di coscienza dei pazienti in stato vegetativo e comatoso. Il progetto è frutto del lavoro di ricerca del gruppo Centro Puzzle, in collaborazione con l’ospedale Cto, ed è finanziato dalla Fondazione Cassa Risparmio di Torino.
Una splendida notizia, che aiuterà a risolvere i numerosi casi di coma. Una spiacevole eventualità che, ogni anno, colpisce circa 250 mila persone con cause ed effetti diversi, e che ora potrà essere affrontata con strumenti all’avanguardia. In questo caso si tratta dell’utilizzo di computer in grado di analizzare il cervello delle persone, consentendo così meno difficoltà nel comunicare delle semplici intenzioni al personale medico. Il software funziona attraverso un’interfaccia grafica e permette di rilevare le intenzioni motorie dei pazienti, senza tenere conto dei movimenti visibili all’esaminatore.
Il gruppo di ricerca, sotto la guida della dott.ssa Marina Zettin, ha sviluppato un’interfaccia cervello-computer utile ai medici per diagnosticare con più attenzione la presenza di coscienza nei pazienti grazie a misurazioni non invasive, come quelle elettromiografiche ed elettroencefaliche. Nello specifico, il programma computerizzato servirà a rilevare, quindi, i parametri elettrofisiologici ed elettromiografici, per distinguere i movimenti intenzionali da quelli riflessi.
Il movimento riflesso è dato da risposte motorie che si verificano a seguito di uno stimolo sensoriale che, se supera la soglia di un certo livello, genera una risposta motoria prima di arrivare a livello cosciente; mentre il movimento automatico è controllato da alcune regioni cerebrali che costituiscono la parte inferiore dell’encefalo. Infine, il movimento volontario permette di compiere movimenti estremamente complessi grazie al controllo esercitato da parte dei centri cerebrali superiori, in particolar modo dalla corteccia, dai gangli basali e dal cervelletto.
In questo modo, i pazienti avranno l’opportunità di usufruire di diagnosi migliori, poiché i dottori saranno in grado di recepire le intenzioni dei ricoverati. Alla progettazione sarà affiancata l’applicazione sperimentale, che è in corso di svolgimento presso il Centro Puzzle.