Nati il 29 settembre: Massimo Boario, direttore di banda e compositore originario di Murisengo
Con un repertorio di oltre 200 composizioni per complesso bandistico, su un totale di 580 opere, Massimo Boario, nato a Murisengo (Al) il 29 settembre 1880, è considerato tra i massimi compositori piemontesi di musica bandistica del novecento. Fin da piccolo egli mostra attitudine verso la musica, ma le sue condizioni economiche non gli permettono di frequentare il Conservatorio. Inizia la carriera musicale da bambino suonando il clarinetto nella banda del suo paese. A tredici anni è già primo clarinetto nella banda e intanto inizia a scrivere le sue prime melodie: piccole composizioni di carattere popolare come ballabili e marce, che già mostrano un’autentica predisposizione alla musica.
A quindici anni i suoi ballabili (valzer, mazurche, polke, tanghi) sono regolarmente eseguiti non solo dalla banda di Murisengo ma anche dalle altre bande della zona. In quel periodo fonografi e radio sono quasi inesistenti e in quel contesto la banda ha la funzione di diffondere la musica in tutte le manifestazioni popolari; in particolare i “ballabili” sono le musiche più richieste.
Il giovane continua sostanzialmente come autodidatta lo studio della musica e in particolare della composizione, prendendo parte soltanto a qualche lezione di contrappunto. Ben presto la sua arte oltrepassa le verdi colline del Monferrato, ma la sua arte non gli consente di mantenersi. Decide così di espatriare: chiamato da un amico, va a Ginevra con un contratto che lo lega come clarinettista alla banda municipale svizzera per due anni; nel frattempo diventa direttore della banda musicale italiana “La Libertà” a Ginevra.
Tornato a Murisengo, inizia un periodo di febbrile lavoro: di giorno lavora nella “bottega” di ciclista, per potersi mantenere e di sera percorre in bicicletta decine di chilometri per andare a far scuola di musica e al tempo stesso per fondare nuove gruppi musicali. È proprio in quei viaggi che consce a Cortiglione (una piccola frazione di Robella d’Asti), la sua futura moglie: Silvia Balzola. Nel 1924 si trasferisce a Torino con la famiglia, dove vivrà il resto della sua vita. Nel capoluogo acquista un avviato negozio di strumenti musicali in via Bertola che diviene un importante punto di ritrovo per la cultura musicale torinese e che gli assicura la tranquillità economica necessaria per dedicarsi serenamente alla composizione. Fonda la Casa Editrice Musicale M. Boario (tuttora in attività), collaborando con il Conservatorio di Torino per diffondere la cultura musicale bandistica. Dà vita, inoltre, alcune bande musicali. Nel frattempo le sue composizioni per banda si diffondono in tutta Italia, edite dalle principali case editrici specializzate nel settore.
I ballabili di Massimo Boario vengono regolarmente trasmessi alla radio e stampati sui dischi. Scrive anche canzoni cantate da affermati cantanti dell’epoca, mentre le sue marce sono il “fiore all’occhiello” della bande piemontesi che eseguono praticamente tutto il suo repertorio. I suoi brani vengono anche eseguiti oltre i confini regionali e nazionali, in particolare in Svizzera.
Verso la fine della vita Boario risulta essere il secondo compositore a Torino per l’ammontare dei diritti d’autore versati dalla SIAE. Dopo la seconda guerra mondiale Massimo Boario si dedica principalmente alla musica sacra componendo una “Missa Regina Pacis” e un Requiem. In totale nel suo catalogo figurano 580 opere tra le quali la musica per banda occupa un posto rilevante e di grande importanza artistica con circa 233 opere. Nella sua ampia produzione si inseriscono anche svariate musiche da ballo per singoli strumenti a fiato e orchestrine, brani per strumenti a plettro, alcune canzoni e due composizioni sacre.
Massimo Boario muore a Torino il 2 agosto 1956.