Nati il 26 ottobre: Carlo Tancredi Falletti, ultimo marchese di Barolo
Carlo Tancredi Falletti di Barolo nasce a Torino il 26 ottobre 1782, unico figlio del marchese Ottavio Alessandro Falletti di Barolo e di Paolina Teresa d’Oncieux. Non avendo eredi sarà l’ultimo dei discendenti del marchesato di Barolo. Il precettore, l’abate Cirillo Michel, segue il giovane per le discipline umanistiche, e altri maestri per le cosiddette arti minori. Frequenta pure i corsi di grammatica e retorica nel Collegio di San Rocco. Anche padre, lasciati alcuni impegni a corte si dedica personalmente alla sua formazione, compiendo molti viaggi attraverso l’Europa: tutto ciò mette Carlo Tancredi a contatto con una realtà diversificata. All’inizio dell’Ottocento, egli fa parte del Corpo della Guardia Nobile del Re di Sardegna e, nell’aprile del 1805, del Dipartimento della Guardia d’Onore a cavallo, al seguito di Napoleone; tra gli altri incarichi, ricevette anche quello di Ciambellano.
Presso la corte napoleonica a Parigi, conosce Juliette Colbert, nata a Maulévrier, nella cattolica Vandea il 26 giugno 1786; con lei – pur differente in temperamento – entra da subito in sintonia sui valori morali e religiosi. Si sposano il 18 agosto 1806 e alternarono per alcuni anni la permanenza a Parigi con quella a Torino, in cui si trasferiscono definitivamente nel 1814 dopo la caduta di Napoleone. Nel 1816, Carlo Tancredi entra a far parte del Corpo decurionale di Torino iniziando così il proprio cursus honorum. La vita in Francia ha permesso alla coppia di stringere amicizia con molte persone impegnate in campo sociale e caritativo, e dalla cui testimonianza di carità cristiana traggono ispirazione a favore dei poveri di Torino.
Sino alla sua prematura morte, Carlo Tancredi ricopre, all’interno dell’amministrazione comunale, importanti incarichi, manifestando straordinaria saggezza nel governo della cosa pubblica. Da sindaco, attua una serie di nobili iniziative: elargizioni di denaro agli indigenti, distribuzione di legna in favore dei poveri; cura il risanamento della città, dotandola di un giardino pubblico, di fontane di acqua potabile, di un nuovo sistema di illuminazione notturna e di nuove aree urbane. Si impegna anche per la fondazione della prima Cassa di Risparmi per tutelare i modesti risparmi dei ceti meno abbienti, impedire l’usura e promuovere l’elevazione delle classi medio-povere.
Avvalendosi dei propri incarichi pubblici, ma andando sempre ben al di là dei suoi meri doveri di amministratore, Tancredi sa farsi prossimo ai poveri di ogni genere. In particolare, si distingue nel promuovere un’educazione umana e cristiana e una formazione professionale qualificata, per tutti i giovani, a partire dai più poveri: scuole gratuite, aperte a tutti; asili per bambini di famiglie povere; scuole per fanciulle, scuole professionali, nonché un laboratorio di scultura in legno a Varallo Sesia, nel Vercellese.
Nel 1834 fonda, insieme alla moglie, l’Istituto delle Suore di Sant’Anna della Provvidenza perché continui il loro progetto educativo a favore dei piccoli e dei poveri. Si distingue per coraggio e carità eroica quando, durante la diffusione del colera nel 1835, torna da Moncalieri a Torino e provvede in prima persona a molti malati, mettendo a repentaglio la sua stessa salute per il bene dei poveri. Non è un caso che, proprio da questo periodo, le sue condizioni fisiche peggiorano. Il 19 maggio 1838 redige il suo testamento, nominando erede universale la moglie. In agosto, mentre viaggia verso il Tirolo, è colpito da febbre alta e persistente. A Chiari, nel Bresciano,, ricevuto l’Olio Santo, spira fra le braccia della sposa: ha 56 anni. Per sua volontà, le esequie sono semplicissime, lontane dall’abitudine dei nobili del tempo. La Chiesa cattolica il 21 dicembre 2018 lo ha dichiarato Venerabile, attestandone l’eroicità delle virtù.