Nati l’8 dicembre: Ercole Dogliani, incisore di inizi Novecento originario di Torino
Ercole Dogliani nasce a Torino l’8 dicembre 1888. Sostanzialmente autodidatta, se si eccettua un periodo di apprendistato presso Giacomo Grosso, tenta costantemente di arricchire la sua formazione culturale con viaggi di studio in varie città italiane, attuati presumibilmente a costo di gravi sacrifici, stante la precarietà delle sue condizioni economiche determinata, oltre che dalla modesta estrazione sociale, dal suo umile status professionale, che non si eleva oltre l’incarico di correttore di bozze presso il quotidiano torinese La Stampa. Con l’incoraggiamento di Leonardo Bistolfi approfondisce in particolare la xilografia, di cui diviene uno dei maestri nel genere del ritratto, ottenuto combinando abilmente gli effetti con segno semplice e spontaneo. Questo tema viene interpretato dall’artista con segni fortemente stilizzati e netti, quasi rudi. Un altro soggetto dominante nella sua produzione è rappresentato dal paesaggio, spesso quello piemontese o ligure (come nel caso dell’opera riprodotta in alto), che realizza con numerose tecniche di stampa, sempre mantenendo fede ad un dettato sintetico e geometrizzante. Si dedica sovente anche all’illustrazione di testi letterari. Espone la prima volta agli Amici dell’Arte di Torino nel 1921, alla Promotrice delle Belle Arti e alla Pro-Cultura. Allestisce una sola personale a Livorno nel 1927.
Nell’ultima fase della sua produzione, parallelamente alla sempre dominante attività di xilografo, sperimenta, prevalentemente su soggetti paesaggistici, altre tecniche di incisione, quali la litografia, l’acquaforte e la puntasecca. Condivide lo studio con Marcello Boglione, insegnante di Incisione all’Accademia Albertina di Torino e con lui , nel 1928, realizza tavole dedicate alla Vecchia Torino.
Nell’estate del 1928 è costretto ad interrompere pressoché totalmente l’attività a causa del progredire di una forma tumorale che ha iniziato a manifestarsi da alcuni mesi. Il male conduce l’artista alla morte nella sua casa torinese il 12 ottobre 1929. Un’importante retrospettiva gli viene dedicata dalla Promotrice torinese un anno dopo. Oggi una raccolta di sue opere è conservata nel la Biblioteca Civica di Castellamonte.