Nati il 14 gennaio: il partigiano e politico torinese Ugo Pecchioli
Ugo Pecchioli nasce a Torino il 14 gennaio 1925. Di discendenze toscane, sviluppa le sue idee antifasciste sotto l’influsso del padre e di un professore, Alfredo Corti, che viene condannato al confino per aver rifiutato di firmare il giuramento di fedeltà al regime fascista: ancora studente al liceo classico Massimo d’Azeglio, costituisce un primo nucleo antifascista clandestino con Giorgio Elter, e si distingue per l’attività a sostegno degli operai in sciopero.
Arrestato il 25 luglio 1943 per aver manifestato alla caduta del fascismo, riesce a fuggire dopo l’8 settembre 1943 ed espatria nella Confederazione Elvetica, dove incontra altri fuorusciti che lo aiutano a rientrare e a costituire la formazione partigiana “Arturo Verraz” della Val di Cogne: matura in quel periodo la scelta di aderire al PCI. Si distingue in numerosi combattimenti, riuscendo anche a far rientrare dalla Svizzera Walter Fillak con altri antifascisti: costretto da un grande rastrellamento a riparare nella vicina Francia, da poco liberata, rientra in Italia e, divenuto Capo di Stato maggiore della 77ª Brigata Garibaldi, mantiene i contatti tra la Francia e le zone dell’Italia liberata.
Nella primavera del 1945 partecipa alla battaglia per la liberazione di Torino: le sue azioni gli valgono l’assegnazione di due Croci al Valor Militare. Dopo la guerra riprende gli studi e si laurea in giurisprudenza, continuando nella battaglia politica con incarichi nel PCI a livello regionale e nazionale: fino al 1955 fu membro della segreteria nazionale della FGCI, dirigendo insieme a Dario Valori, Pattuglia, il settimanale della gioventù democratica, di ispirazione social-comunista. Nel PCI divenne segretario in Piemonte fino al 1970; tra il 1960 e il 1970 fu anche consigliere comunale a Torino.
Membro della direzione nazionale fino al 1983, fu responsabile della sezione problemi dello Stato; dal 1972 al 1992 fu ininterrottamente eletto al Senato, ove si impegnò sulle questioni al centro dei suoi interessi politici: la riforma dello Stato, la lotta alla mafia e alla criminalità organizzata, la lotta al terrorismo e la difesa dell’ordinamento democratico.
Nel 1989 è tra i sostenitori della svolta della Bolognina del PCI e partecipa alla costituzione del nuovo soggetto politico, il PDS, di cui – nel 1992 – diviene il coordinatore parlamentare dell’iniziativa politica sulla lotta alla mafia e alla criminalità organizzata. E’ membro della commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro e fa parte della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa e nell’Unione europea occidentale.
Muore a Roma il 13 ottobre 1996. Un “fondo” di importanti documenti di Ugo Pecchioli è raccolto presso la Fondazione Gramsci.