Nati il 21 febbraio: Romolo Bernardi pittore e scultore nativo di Barge
Romolo Bernardi nasce a Barge (Cn) il 21 febbraio 1876 . I genitori gestiscono una trattoria, mentre i suoi primi maestri sono dipintori girovaghi di insegne. Convinti delle sue qualità artistiche, i genitori decidono di mandarlo a studiare a Torino. Nel 1890 il giovanissimo Romolo viene assunto allo stabilimento litografico Doyen e contemporaneamente si iscrive ai corsi serali dell’Accademia Albertina. Dipinge paesaggi e figure, con spiccata sensibilità coloristica. Quando Giacomo Grosso lo accoglie nel suo studio, lascia il lavoro in litografia e si dedica interamente all’arte.
Esordisce nel 1898 all’Esposizione Internazionale di Torino, presentando il “Ritratto del padre”, un grande olio con cui vince il “Premio degli Artisti”. Nel 1900 alla Biennale di Venezia propone il trittico “Castigo”. Per la perizia nel ritratto, appresa nello studio di Giacomo Grosso, s’impone a diversi concorsi con ritratti, tra i quali quello della moglie.
Nel 1914 si trasferisce con la famiglia a Roma e apre una scuola d’arte in via Ludovisi. La sua giovane figlia Tina, che aveva istradato verso la musica, subisce il fascino della pittura. A Roma Romolo Bernardi entra nel gruppo dei XXV della campagna romana. Poiché di regola ognuno deve avere un soprannome, Romolo, per la barba rossiccia, è chiamato “Triglia”. Esegue il ritratto del ministro Salvatore Barzilai, del senatore Pompeo Gherardo Molmenti, del baritono Titta Ruffo, del maestro Masante di Buenos Ayres, di miss Pearl Wright di New York, dell’ingegnere Costa di Genova. Dal 1921 al 1930 circa, attratto dalla scultura, realizza fusioni in bronzo e sculture di marmo. Scolpisce una stele ad altorilievo per i caduti di Barge, il monumento di bronzo per i caduti di Olevano Romano e quello per i caduti di Porto Empedocle.
Per dieci anni è vice presidente della società “Amatori e Cultori di Belle Arti”, di Roma. Diventa consigliere artistico della Regina Margherita di Savoia. Dirige lavori di restauro di pitture parietali a Palazzo Venezia. Nel 1938 torna a Torino e Giacomo Grosso lo propone invano come suo successore alla cattedra di figura all’Albertina. Bernardi abita in collina, a Val Salice, nella sua villetta “La Torricella” immersa nel verde. Dipinge ancora paesaggi e figure femminili e modella con la creta. D’estate va a Barge, a dipingere le montagne del saluzzese. Esegue un fregio a fresco nella sala del Trono nel castello di Mazzè (Torino) e pitture di maniera in alcune sale del castello di Alba. Nel 1955 prepara per sè una stele di travertino, con un bassorilievo raffigurante la deposizione di Cristo che oggi copre la sua tomba al cimitero di Saluzzo. Il “Ritratto della madre dell’ingegnere Vincenzo Goffi”, del 1900, è a Torino, alla Galleria Civica d’Arte Moderna.
Romolo Bernardi muore a Torino il 17 aprile 1956.
(fonte: Wikipedia)