Nati il 12 marzo: il poeta torinese Augusto Blotto
Augusto Blotto nasce a Torino il 12 marzo 1933. Tra il 1950 e il 1951 produce circa 4000 pagine e 18 volumi, dieci dei quali vengono pubblicati – con inserzioni e riscritture – a partire dal 1958 per i tipi di Schwarz, ma soprattutto per Rebellato. A questo periodo risalgono anche i romanzi e i racconti, rimasti inediti e rinnegati dall’autore.
Nell’estate del 1950 si unisce a una piccola delegazione italiana che parte alla volta della Lega dei Comunisti di Jugoslavia. Da questa esperienza, frutto di una giovanile passione politica trotzkista/titoista, Blotto acquisisce i materiali per il libro 1950, CIVILE (La stanchezza iniziale – I), primo volume dell’opera riconosciuta dall’autore.
Allievo del francesista Luigi Foscolo Benedetto all’Università di Torino, abbandona una possibile carriera accademica per un impiego in una piccola fabbrica di bilance, abbracciando una condizione di solitudine e anonimato per dedicarsi esclusivamente alla propria opera. Dal 1952 al 1956 si può collocare il secondo periodo dell’autore, con i tre volumi Nell’insieme, nel pacco d’aria, che constano di 4500 pagine complessive. La folta attività di questo periodo si trasforma nell’operosa produzione della maturità, nel decennio che va dal 1957 al 1967. Questo terzo periodo segna anche una più accentuata presenza editoriale: uno o più volumi di cospicua mole, stampati ogni anno dal 1958 al 1968.
Gli Anni Settanta e Ottanta rappresentano un quarto periodo più aspro e controverso, caratterizzato da componimenti più rari e brevi. Contemporaneamente si registra una assoluta autocancellazione editoriale, mentre si nota un maggior coinvolgimento nella vita attiva e l’inizio di un’autonoma attività imprenditoriale che proseguirà fino all’età di 74 anni (trattazione di impianti per l’industria petrolifera, del gas, del cemento).
Dalla fine degli Anni Ottanta si approda ad un quinto periodo di ritrovata fecondità creativa, e anche ad una parziale ripresa della visibilità. Alla fine del 2002 risale l’avvio di Ragioni, a piene mani, per l’«enfin!», opera ancora in corso, che consta attualmente di oltre 2500 pagine. Dal suo corpus sono stati prelevati negli anni testi per volumi antologici, plaquettes, blog.
(fonte: Wikipedia)