Nati il 7 aprile: il giornalista, scrittore e commediografo biellese Carlo Trabucco
Carlo Trabucco nasce a Biella il 7 aprile 1898. Si diploma al Regio Ginnasio Balbo di Torino nel 1915, Trabucco e inizia a collaborare con il periodico Il Foglio dei Giovani, organo del Consiglio Regionale piemontese della Gioventù Cattolica Italiana. A causa della difficile condizione economica della famiglia, nel 1916 trova lavoro come operaio alla FIAT-San Giorgio, dove resta fino al luglio 1917, allorché parte per il fronte, continuando saltuariamente a collaborare a Il Foglio dei Giovani. Scrive la sua prima commedia I diritti dell’onore.
Nel 1920, congedato dall’esercito con il grado di sergente, torna a Torino e viene introdotto da Pier Carlo Restagno e Gioacchino Quarello nel sindacato Unione Italiana del Lavoro, dove è assegnato al settore dei tessili. Nell’ottobre del 1920 supera l’esame per la licenza liceale e si iscrive alla facoltà di legge, iniziando contemporaneamente a collaborare al quotidiano cattolico torinese Il Momento.
Nel gennaio 1921, quando la UIL non è più in grado di pagare gli stipendi per mancanza di fondi, Trabucco si dimette e insieme ad altri sindacalisti si trasferisce a Milano con l’incarico di segretario della Federazione dei piccoli proprietari terrieri. Nel periodo milanese si dedica all’attività sindacale, allo studio e al teatro, fondando nel 1922 il periodico teatrale Controcorrente. Tornato lo stesso anno a Torino, è assunto alla redazione del Momento, occupandosi di cronaca nera, bianca e sportiva. Nel dicembre del 1924 si laurea in legge.
Nel 1925, quando il giornale assume posizioni filofasciste e Trabucco si dimette: con altri cattolici torinesi fonda Il Corriere, poi soppresso da Mussolini nel 1926. Il decennio successivo è segnato dal mancato possesso della tessera fascista, dovendo nel 1931 licenziarsi da La Stampa (dove lavora come cronista sportivo dal 1929) e dimettersi dalla carica di presidente dei giovani dell’Azione Cattolica torinese (che ricopre dal 1927), venendo sostituito da Luigi Gedda. Nel 1937 è cancellato dall’albo professionale dei giornalisti. In quel periodo scrive alcuni libri, tra i quali: Preti d’oltre Piave, Il samaritano, Tra l’argine e il bosco.
Nel settembre 1941 venne richiamato alle armi e, su interessamento di Restagno, a dicembre è trasferito a Roma, all’Ufficio di propaganda dello Stato maggiore dell’Esercito. Nel periodo dell’occupazione tedesca di Roma, dall’8 settembre 1943 al 5 giugno 1944, vive in clandestinità e scrive un diario, pubblicato nel 1945 con il titolo La prigionia di Roma, che rappresenta un documento storico di grande importanza, essendo annoverato dallo storico Aurelio Lepre tra le fonti memorialistiche fondamentali in merito all’attentato di via Rasella e al conseguente eccidio delle Fosse Ardeatine. Secondo Robert Katz, autore di uno dei primi studi sul massacro delle Fosse Ardeatine, Trabucco fu il primo a utilizzare il termine “Fosse” (anziché “Cave”), poi entrato nel lessico comune, per designare le cave di pozzolana in cui fu perpetrata la strage nazista.
Dopo la liberazione di Roma diviene segretario particolare di Giuseppe Spataro all’ex ministero della Cultura popolare e in seguito caporedattore, critico teatrale e cinematografico al quotidiano Il Popolo, organo di stampa della Democrazia Cristiana, diretto da Guido Gonella. Nel 1945 passa al Popolo Nuovo di Torino (fondato e diretto da Gioachino Quarello) come corrispondente romano. Il 6 marzo 1954 torna a Torino per assumere l’incarico di condirettore responsabile del giornale, carica che conserva fino alla sua chiusura nel novembre del 1958.
Nel 1952 è membro della giuria per la 13ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e, dal 1953, per le Grolle d’oro di Saint-Vincent. Scrive diverse commedia, come Grano in erba e Crepuscolo.
Alla fine degli Anni Cinquanta inizia a collaborare con i seguenti periodici: Orizzonti, Il dramma, Così, La Settimana Incom illustrata, L’Osservatore Romano, Il Gazzettino, Il Nostro Tempo, Il Tempo, Gazzetta del Popolo. Nel 1959 è tra i fondatori dell’Unione Cattolica della Stampa Italiana. Dal 1960 al 1965 ricopre la carica di sindaco di Castellamonte. Dal 1964 al 1969 è consigliere provinciale della Provincia di Torino per la Democrazia Cristiana. Nel 1965 pubblica la raccolta di novelle Rolando e la principessa Selvaggia.
Muore a Torino il 19 maggio 1979.
(fonte: Wikipedia)