Nati il 19 aprile: il pittore e scenografo astigiano Ottavio Baussano
Ottavio Baussano nasce ad Asti, nel popolare borgo di San Rocco nel complesso delle Caserme, il 19 aprile 1898. Appartiene a una numerosa famiglia molto attiva nel capoluogo monferrino in campo decorativo. Nel 1910, la famiglia si trasferisce in via XX Settembre, in una casa medievale in cui l’artista trascorrerà la maggior parte della sua vita. In questa casa il padre Secondo apre la sua bottega da decoratore. La bottega diviene presto un punto d’incontro per i più importanti artisti astigiani dell’epoca e proprio uno dei frequentatori (Canuto Borelli, direttore dell’Istituto d’Arte e Mestieri di Asti), intuendo il talento del figlio Ottavio, convince il padre a iscriverlo all’Accademia Ligustica di Belle Arti, molto in auge nei primi decenni del XX secolo per la sua chiara impronta positivistica.
A Genova il giovane viene messo a bottega presso un restauratore di mobili che gli permette di frequentare i corsi pomeridiani e serali dell’Accademia. Nel 1917 gli studi vengono interrotti per la chiamata alle armi della classe 1898. Baussano è inviato sul fronte francese dove partecipa alla tragica battaglia di Verdun. Di quell’esperienza rimane un quaderno di “schizzi” a carboncino che ispireranno il quadro “i profughi”.
Al termine del conflitto, l’artista termina gli studi e comincia l’attività di pittore e decoratore ad Asti e Genova. Negli anni Venti si dedica alla grafica pubblicitaria con i manifesti per la Birra Olimpo ed il Consorzio dell’Asti spumante, oltre a scenografie per feste e veglioni danzanti. In questo periodo comincia anche la produzione pittorica, specialmente di soggetti sacri; è di questo periodo, infatti, l’ovale della Vergine realizzato nel 1923 per l’Opera pia Telline.
Durante il fascismo, il podestà di Asti richiama in vita e la carica di nuovi significati l’antica Corsa del Palio, interrotta nella seconda metà del XIX secolo. Baussano nel 1929 realizza un primo manifesto della corsa e nel 1930 realizzaò le lunette delle tribune. In collaborazione con il pittore Domenico Gaido dipingse i pannelli in legno del carroccio, realizza bozzetti di bandiere e costumi per la sfilata. E’ anche l’autore dei manifesti del 1932 e del 1934 dando una forte caratterizzazione dell’immagine del Palio di quel periodo.
Ma l’impegno per il Palio non lo porta a trascurare altre committenze. Interviene, ad esempio, nei restauri della parrocchiale di San Rocco di Asti; decora il piroscafo “Conte di Savoia” nel 1932; realizza, presso la filiale di San Damiano della Cassa di Risparmio di Asti, due affreschi (la veduta di San Damiano tratta dalle carte del Theatrum e l’assedio della cittadina da parte di Carlo Emanuele I di Savoia nel 1615). Partecipa a moltissime mostre d’arte con temi molto disparati. Nello stesso periodo decora i saloni del Bar Impero ad Asti (1947) ed affresca il Santuario Vallone di Antignano(1953), in collaborazione con la figlia Gea.
Sono di questo periodo altre quattro opere a soggetto storico.
Nel 1962 Baussano viene colto da ictus cerebrale, che lo paralizza nella metà destra del corpo. Impara lentamente a utilizzare la sinistra e tratteggia ancora alcuni schizzi a carboncino. Muore nel 1970, pochi mesi dopo la nomina a cavaliere di Vittorio Veneto.