Querio: quelle invitanti delizie che occhieggiano nelle vetrine della storica confetteria di Via Cernaia
Da qualche tempo, lo storico locale è anche diventato un magnetico polo culturale per la città di Torino
TORINO. Nella seconda metà dell’Ottocento, alcuni eredi del fondatore della Leone aprirono a Torino proprie confetterie, come la Leone Gioberge, che aveva sede al 5 di Via Carlo Ignazio Giulio, nei pressi del Santuario della Consolata, specializzata nella produzione di cioccolato, pastiglie e confetti.
La Confetteria Querio e Leone, invece, aveva una doppia sede: una al 78 di Corso Vittorio Emanuele, l’altra in Via Cernaia 22 ed in origine era specializzata nella produzione di pastiglie digestive e dissetanti, oltre che nella preparazione e nella somministrazione di vermouth, fernet e liquori.
Poi l’erede di Leone si staccò dal sodalizio e la famiglia Querio restò sola a gestire l’azienda fondata nel 1858. Era l’anno in cui il Piemonte era impegnato nella II^ Guerra d’Indipendenza: di anni ne sono passati davvero tanti d’allora; così come di acqua ne è passata in quantità incommensurabile sotto i ponti del Po, ma quella storica Confetteria- Pasticceria al civico 22 di Via Cernaia con l’insegna Querio è ancora lì, orgogliosamente dinamica e vivace.
Il locale è stato nel tempo rinnovato negli arredi, ma mantiene l’atmosfera classica di un tempo.
Ed oggi, oltre a rappresentare una tappa obbligata per turisti e torinesi che passeggiano sotto i portici di Via Cernaia, attratti dalle accattivanti vetrine da cui occhieggiano prelibatezze di raffinata pasticceria, Querio è anche diventato un ristorante di prestigio oltre che un locale ideale per ritrovarsi a consumare un aperitivo tra amici.
Ma non solo, e questo è sicuramente un ulteriore valore aggiunto che lo qualifica: Querio è anche diventato un luogo di cultura, dove (generalmente all’ora dell’aperitivo) vengono presentati libri di autori prestigiosi, come ci conferma Loredana Cella “la regina dei libri” di Torino: “Sì, Querio è una delle location torinesi dove più volte, in veste di coordinatrice e di moderatrice, ho avuto occasione di presentare Scrittori e Scrittrici di fama o emergenti, e le loro opere librarie, in un contesto davvero accogliente e raccolto, quello della Saletta Pietro Micca, ed ogni volta è stato un successo”.
Unire la cultura alle tradizioni del territorio (e Querio rientra a pieno titolo tra i protagonisti della storica scuola torinese di pasticceria e cioccolateria, di fama internazionale) non è solo un’idea originale, ma anche un modo geniale per promuovere i locali storici della città (in questo caso di una Confetteria, Pasticceria e Cioccolateria che ha scritto la storia dell’arte pasticciera torinese) e gli intellettuali, i poeti, gli scrittori e gli artisti torinesi e piemontesi e di ogni altra regione italiana.
Ma quali sono le specialità che si possono degustare da Querio? Sono davvero tante, tutte invitanti e inimitabili.
Così, un po’ a caso, sbircio nelle vetrinette e nel bancone del locale, e vengo rapito dalle torte Sacher, dai croissants dal delizioso cuore di mandorla, o con ripieno di crema al marron glacé, dai gianduiotti al miele, dalla crema spalmabile di cioccolato alla nocciola (dark o chiara), dalla “Dolce Luna” (leggera, soffice, naturale), dall’accattivante ”Torta Savoia”, ammantata di cioccolato, dal Panettone artigianale Querio, disponibile anche d’estate. E poi i confetti, come i mitici gessetti alla liquirizia; i cremini Torino Tennis, per celebrare le imprese tennistiche di Sinner, le praline, i dragées, le bignòle mignon allo zabajone, e via dicendo. C’è veramente da inebriarsi di gusto e di piacere. Difficile scegliere a quale tentazione lasciarsi abbandonare. Chiedo di confezionarmi tre etti di gianduiotti. Al bancone, la signora mi accoglie con un sorriso seducente. Poi decido di sedermi al tavolino e mi faccio servire un classico “bicerin” .
Sergio Donna