Nati il 6 agosto, il generale e politico vercellese Eusebio Bava
Eusebio Bava nasce a Vercelli il 6 agosto 1790. Nel 1802 entra a far parte dell’esercito napoleonico e in esso, fino al 1815, raggiunge il grado di capitano. Dopo la caduta di Napoleone Bonaparte, torna in Piemonte ed entra a far parte dell’esercito sabaudo. Non partecipa ai moti costituzionali del 1821 e rimarrà fedele alla monarchia.
Comandante del 1º Corpo d’armata in occasione della prima guerra d’indipendenza contro l’Austria, assieme agli altri responsabili della condotta strategica piemontese (ossia il re Carlo Alberto e i generali Antonio Franzini e Ettore De Sonnaz) non comprende che il capo dell’esercito austriaco in Italia, Josef Radetzky, è in grave difficoltà dopo le Cinque giornate di Milano e consente al suo esercito di rifugiarsi nel Quadrilatero, limitandosi a tallonarlo sul Mincio. La mancanza d’iniziativa di Bava, a detta dello stesso generale austriaco, evita la perdita da parte dell’Austria del Lombardo-Veneto. In ogni caso, le sue idee sullo svolgimento della campagna, non prive di chiarezza, sono sovente frustrate e modificate da Franzini e dallo stesso Carlo Alberto, vanificandole e causando le ire di Bava, noto peraltro per la sua irascibilità.
Combatte, tra l’altro, vittoriosamente durante la stessa prima guerra di indipendenza le battaglie del ponte di Goito, di Goito e la seconda di Governolo. Dopo le sconfitta di Custoza ritiene però ormai indispensabile ritirare l’esercito sul Ticino per preservarlo e evitarne la distruzione.
Nei mesi che precedono la seconda campagna della guerra, Bava si trova a essere nominato “generale in capo” dell’esercito, ma, messosi in urto sia con Carlo Alberto sia con gli elementi democratici (allora al potere in Piemonte), viene rimosso dall’incarico e nominato ispettore generale dell’esercito. Lo storico militare Piero Pieri lo definisce “l’unico generale innegabilmente d’un certo rilievo”, sostenendo che, malgrado i suoi difetti e i suoi limiti, a suo parere Bava è stato il miglior comandante d’armata che il Piemonte abbia prodotto nel periodo risorgimentale.
Nel 1848 viene nominato senatore. Muore a Torino il 30 aprile 1854. È sepolto nel cimitero monumentale di Torino.
(fonte: Wikipedia)