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I proverbi piemontesi sulle menzogne e sulle verità

Gli Armanach e i Lunari piemontesi hanno il merito di rispolverare proverbi e epigrammi dimenticati, espressione di antica saggezza popolare

Gli Almanacchi piemontesi più interessanti sono quelli che espongono anche le fasi lunari, che riportano per ogni giorno dell’anno il Santo o il Patrono, ed evidenziano in rosso le festività religiose e civili, ecc. Spesso offrono anche anche un’altra preziosa risorsa (dal grande valore cultural): quella di riportare un proverbio per ogni “santo” giorno della settimana. I proverbi, com’è noto, sono infatti una testimonianza preziosa della saggezza popolare tramandata – in pillole – di generazione in generazione dai nostri progenitori.

La bocca della Verità

L’Armanach Piemontèis | Stòrie d’Antan, curato da Monginevro Cultura (con il patrocinio della Ca dë Studi Piemontèis), ad esempio, è dedicato ogni anno ad un diverso e interessante tema di architettura e di storia locale (l’edizione 2025 è dedicata ai Pont ëd Turin | Pont ëd Turin), e rispetta tutti i canoni e le prerogative che un buon Calendario piemontese deve offrire ai suoi “utenti”, con l’aggiunta di un tocco di eleganza che non guasta mai per chi lo vuole esporre con orgoglio in salotto, nel tinello, in cucina o nel proprio studio.

Sfogliare un buon Armanach può anche diventare un piacevole passatempo, se offre anche notizie tematiche di interesse storico e artistico, informazioni e curiosità, tali da indurre di tanto in tanto chi lo possiede a staccarlo dal muro per godersi le sue foto e rileggere le notizie contenute nelle sue pagine e i suoi contenuti.

Tornando ai proverbi, facendo ruotare sulla spirale i fogli dei dodici mesi dell’anno dell’Armanach, e scorrendoli con lo sguardo, ci si può divertire ad andare a scoprire quelli che riguardano un tema  comune. Sul tema delle bugiarderie e della verità, ad esempio, i proverbi, i modi dire e gli aforismi sono davvero molto numerosi.

Il primo della serie, che troviamo nel mese di Gené (Gennaio), è un proverbio che ci induce al sorriso, perché è un mònito ai fruitori del Calendario a prendere con le molle i suoi contenuti: Armanach neuv, busiarderìe veje (Almanacco nuovo, bugiarderie vecchie). Ma poi via via, il distacco e l’ironia si alternano a considerazioni di saggezza antica, che pur risalenti ai secoli scorsi, non sempre hanno perso smalto e persino causticità:  As fà pì prest a ciapé ’n busiard che ’n sòp (Si fa prima a prendere un bugiardo che uno zoppo), perché com’è noto, Le busìe a l’han le gambe curte (Le bugie hanno le gambe corte) e non possono andar lontano.

Oppure: Na vrità, për grama ch’a sia, a conven sèmper ëd pì che na busìa (Una verità, per cattiva che sia, conviene sempre di più di una bugia), proverbio che invita alla schiettezza, sempre e comunque, anche se a volte sarebbe molto meno doloroso per chi ci ascolta se ci esprimessimo con mezze verità. Proverbio, in realtà, in contraddizione con il seguente: La vrità a ponz, la busìa a onz (La verità punge, cioè fa male; le bugie, quelle “bianche” soprattutto, possono servire a ungere, cioè ad indorare la pillola).

E poi: Chi a l’é busiard a l’é làder (Chi è bugiardo è ladro): la menzogna, in effetti, è una forma di furto alla verità. E ancora: La vrità as sà dai cioch e da le masnà (La verità si sa dagli ubriachi e dai fanciulli), perché l’innocenza dei piccoli non pone remore al vero, e l’alcool – In vino veritas – libera la mente da inibizioni e preconcetti.

Non mancano i proverbi dal sottile contenuto filosofico: La vrità a l’è sempre silensiosa: a son le busìe ch’a crijo (La verità è sempre silenziosa: sono le bugie che urlano), nel senso che sono le malignità che fanno notizia e si diffondono spesso con la velocità della luce e a tutto volume, senza riserbo. Oppure: Ant ël pais ëd la busìa, la vrità a l’è na maladìa (Nel paese della bugia, la verità è una malattia): una constatazione che rispecchia una realtà purtroppo sempre più incontrovertibile.

E per finire, segnaliamo ai Lettori ancora un proverbio, anch’esso dal contenuto inconfutabile: Ai busiard as finiss për nen chërdje gnanca quand a diso la vrità (Ai bugiardi si finisce per non credere, neppure quando dicono la verità). Anche questa è una massima non suscettibile di confutazione.

Sergio Donna

Chi fosse interessato all’Armanach Piemontèis 2025 “Pont ëd Turin | Ponti di Torino”, per info e prenotazioni, può scrivere a: segreteria@monginevrocultura.net, oppure può rivolgersi alla Libreria Donostia di Via Monginevro 85, a Torino: libreriadonostia@gmail.com (011-011 385 2559)

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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