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Giuseppe Valdengo, il grande baritono torinese collaboratore e amico di Arturo Toscanini

Il baritono Giuseppe Valdengo nacque a Torino nel 1914. Studiò violino privatamente, poi si iscrisse al Conservatorio di musica di Torino, dove si diplomò in oboe e in canto. Dopo alcune apparizioni in ruoli secondari dette inizio a una prestigiosa carriera, presentandosi nel 1936 al Regio di Parma come Figaro nel Barbiere di Siviglia rossiniano ed esordendo nel 1938 alla Scala di Milano ne La traviata.

Obblighi militari lo costrinsero a interrompere la carriera, che riprese nel 1942 con La bohème, ancora a Parma. Nel 1946, con Madama Butterfly alla New York City Opera, iniziò la carriera internazionale e, l’anno successivo, il lungo rapporto con il teatro Metropolitan, ove debuttò come Tonio nei Pagliacci di Leoncavallo e dove apparve regolarmente fino al 1954. Fu presente anche a Philadelphia e San Francisco, in importanti sedi europee, come Parigi e Glyndebourne, e nei maggiori teatri italiani, tra i quali ancora la Scala (1953).

Vadengo con Artuto Toscanini. In alto ne Le nozze di Figaro e nell’Otello

Affermatosi come interprete verdiano e dell’opera italiana in genere, collaborò con direttori d’orchestra leggendari: da De Sabata a Boehm, da Gavazzeni a Bernstein. Con Carlo Galeffi e Mariano Stabile è stato uno dei tre baritoni preferiti da Arturo Toscanini. Tale fu il successo del baritono come Jago nell’Otello cantato con il grande direttore, che il Metropolitan di New York lo scritturò per dieci stagioni consecutive.

Le non comuni doti interpretative e musicali, unite a una pronuncia perfetta, lo portarono a specializzarsi nel repertorio verdiano, diventando stimato collaboratore di Toscanini, con cui eseguì a New York per la NBC l’Otello, l’Aida e il Falstaff, di cui rimangono le preziose registrazioni.

Valdengo pubblicò un libro di memorie intitolato Ho cantato con Toscanini (ediz. P. Cairoli, 1962), in cui racconta la profonda stima e l’amicizia che lo legarono al maestro (era fra i pochi ad avere il suo numero di telefono, che gli permise di fare con lui lunghe chiacchierate).

Giuseppe Valdengo in Falstaff

Abbandonò le scene nel 1966, dedicandosi all’insegnamento nella sua villa di Saint Vincent (fra i suoi allievi i baritoni Bruno Praticò e Alessandro Corbelli).  Nel 2000 gli fu assegnato il Premio “Opera-Città di Mondovì”. È   morto ad Aosta nel 2007. 

La sua discografia comprende, oltre ai citati capolavori verdiani diretti da Toscanini, Madama Butterfly, Pagliacci, Il segreto di Susanna, Un ballo in maschera, Don Pasquale (nel ruolo di Malatesta), Don Pasquale (protagonista), L’elisir d’amore, Il barbiere di Siviglia, Cavalleria rusticana e molte registrazioni dal vivo.

Bruno Baudissone

Bruno Baudissone

Pianista, compositore e musicologo, si è laureato nel 1973, a Torino, discutendo con Giorgio Pestelli una tesi sul melodramma di Verdi. Ha collaborato come critico musicale con la RAI, teatri (dal 1973, per 30 anni, con il Regio di Torino), case discografiche, enciclopedie, giornali e riviste specializzate (La Stampa, Stampa Sera, L’Opera, Strumenti e Musica, Suono Hi-Fi, Stereoplay, Applausi, Rassegna Musicale Curci, CD Classics, Orfeo, Audiophile Sound). È autore di una ventina di libri d’argomento musicale, tra cui il recente “Dizionario biografico dei cantanti piemontesi” (2024). Ideatore e responsabile del Premio “Opera-Città di Mondovì”, nel 1996 è stato insignito dal Presidente della Repubblica del Diploma di I grado con medaglia d’oro per i Benemeriti della Cultura e dell’Arte. Nel medesimo anno è stato ricevuto in udienza da papa Giovanni Paolo II, al quale ha presentato un CD contenente proprie musiche religiose interpretate dal soprano Magda Olivero.

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