Il Fondo Giovanni Calchera della Mediateca Folk di Piemonte Cultura si arricchisce di nuovi dattiloscritti del poeta piemontese
In un precedente articolo su questo stesso quotidiano on line pubblicato il 21 Marzo 2022 avevamo dato notizia dell’avvenuta donazione alla Mediateca Folk di Via Luserna 8, a Torino (istituita e gestita da Piemonte Cultura), di un’importante raccolta di volumi e rare riviste, provenienti dalla famiglia Calchera.
Chi volesse consultarlo, lo può fare cliccando QUI. Come gli appassionati di Cultura e Letteratura piemontese ben sanno, Giovanni Calchera (1907 | 1994) è stato un’eminente voce poetica del Novecento in Lingua subalpina.
Nato a Torino a pochi passi dal Ponte Mosca, di fronte all’ex Arsenale (ora Arsenale della Pace), nel cuore del Borgo Aurora, Calchera si trasferì in Valle d’Aosta per motivi professionali. Ma rimase sempre strettamente in contatto con la città natale e i grandi poeti in Lingua piemontese a lui contemporanei. Fu infatti un membro di spicco della Companìa dij Brandé, e con Pinin Pacòt e Armando Mottura, fu uno degli autori dei testi della popolare trasmissione radiofonica regionale RAI “Bondì, Cerea”.
Della sua poetica, così ebbe a scrivere Camillo Brero: “Cola ‘d Giovanni Calchera a l’é na poesìa viva ‘d semplicità e sò messagi a peul fé fiorì ant ël cheur moment ëd candia felicità” (Quella di Giovanni Calchera è poesia viva di semplicità e il suo messaggio può far fiorire nel cuore momenti di candida felicità).
Il Fondo Calchera da qualche anno conservato presso la Mediateca Folk già comprendeva una settantina di preziosi libri, riviste e documenti, a disposizione di ricercatori e appassionati di Letteratura in Lingua piemontese; ora si è arricchito di un altro lotto di una ventina di dattiloscritti rari o del tutto inediti del Poeta. I documenti cartacei (datati tra il 1947 e il 1952) sono stati consegnati a Piemonte Cultura dalla signora Matilde Annalisa Plat di Aosta, che a sua volta li ha ricevuti dalla famiglia Anna e Cesare Monti.
Giustamente Giovanni Calchera è stato definito il “Poeta piemontese della serenità”: serenità, speranza e tenerezza tracimano sempre dai suoi versi, anche nei momenti più difficili dell’esistenza, negli inverni della vita come nelle ore tempestose del quotidiano vivere:
…Vnirà la prima e sot l’azur dë cel
së speceran ant l’eva
al fond dël poss
le feuje vërde d’un arbut novel.
(Dalla poesia L’ora, tratta da un dattiloscritto originale del Poeta)
…Ti stame davzin
Sensa parlé
Che fin-a le paròle
‘n fan paura,
dame na man,
così, scotme, fa pian.
(Dalla poesia “Dòp la tempesta”, da un dattiloscritto originale del Poeta).
L’integrazione del Fondo Calchera è un dono prezioso, che capita proprio a pochi giorni dal Natale. Calchera probabilmente lo avrebbe definito “un bel cadò dël Bambin”.
Sergio Donna