Embraco ceduta ai giappponesi, ma Riva resta senza un futuro
RIVA DI CHIERI. La cessione dell’Embraco è andata in porto. Ad acquistarla per oltre 1 miliardo di dollari è stata la giapponese Nidec Corporation. Ma l’operazione ha escluso lo stabilimento italiano di Riva. E questo non fa che gettare altre ombre e timori sul futuro dei 497 lavoratori in esubero per i quali i licenziamenti sono al momento congelati a fine anno e che attendono notizie su potenziali investitori. Lo stabilimento piemontese per l’azienda sarà soggetto a un accordo separato con le autorità locali e i sindacati.
Critiche le reazioni dei sindacati, che da mesi combattono per dare un futuro allo stabilimento piemontese e ai suoi lavoratori: «Ci è voluta una fortissima mobilitazione, arrivata fino al Parlamento europeo – interviene Bellono, segretario provinciale torinese delle Fiom-Cgil. – , per avere quantomeno da parte di Whirlpool una presa di responsabilità per favorire una reindustrializzazione del sito di Riva di Chieri. Su questo però siamo ancora alle parole, si deve, nei prossimi giorni, passare ai fatti concreti»
I rappresentanti Uilm, Dario Basso e Vito Benevento si rimangono perplessi: «La situazione dei 497 lavoratori in esubero a Riva di Chieri rimane la stessa. Azienda e ministero ci aggiornino al più presto su un progetto che possa dare prospettive ai lavoratori».