Lavoro, se piove stai a casa: il tuo capo ti paga lo stesso | La circolare ministeriale parla chiaro: non sei tenuto a lavorare

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Non riuscire a recarsi sul posto di lavoro causa avversità atmosferiche può non compromettere la paga giornaliera: carta canta.
Bucare una gomma magari dopo aver incocciato uno spigolo di un marciapiede, incappare in un ingorgo o ancora in una bufera. Sono questi gli incubi più ricorrenti di un impiegato.
C’è anche quello più classico, la sveglia che non suona, ma la sostanza non cambia. Recarsi in ufficio tutti i giorni è una dolce condanna, un obbligo nei confronti dei quali c’è un rapporto di amore-odio.
Già, perché se non ci fosse non ci sarebbe lo stipendio, indispensabile per mandare avanti una famiglia o in ogni caso per vivere, e forse la vita sarebbe anche un po’ più noiosa, al netto di tutti gli hobbies che si possono avere.
Dall’altra parte la stessa routine dal lunedì al venerdì può portare ad un’assuefazione in grado proprio di scatenare gli incubi anche notturni più inquietanti, quasi tutti legati proprio alla paura di presentarsi sul posto di lavoro in ritardo. O non arrivarci proprio.
Niente ufficio causa maltempo, cosa succede allo stipendio? Parla la Cassazione
La casistica in casi come questi è amplissima, mentre la domanda di fondo è sempre la stessa. In quali caso presentarsi in ritardo al compimento dei propri doveri da contratto è giustificato e in quali invece si rischia di incappare in guai seri?
Per guai seri non si intende ovviamente il licenziamento, bensì il mancato ricevimento della paga giornaliera relativa alle ore saltate. Ebbene, ci sono casi e casi e in alcuni di questi non c’è spazio per le interpretazioni. A parlare sono infatti le sentenze della Corte di Cassazione.
Come non rinunciare alla paga anche se non ci si può recare sul posto di lavoro per maltempo
Nel 2012, il Ministero del Lavoro ha chiarito, con l’interpello n. 15/2012, che, qualora un lavoratore non riesca a raggiungere il posto di lavoro a causa di eventi atmosferici estremi, l’impossibilità non è da attribuire al dipendente, a patto che quest’ultimo informi tempestivamente l’azienda. Se però il dipendente non è obbligato a lavorare, dall’altro l’azienda non ha l’obbligo di pagare la retribuzione.
Detto che la situazione non cambia molto nella sfera pubblica, dal momento che la Corte di Cassazione ha escluso l’obbligo per il datore di lavoro di riconoscere la retribuzione per l’assenza causata da maltempo, il dipendente di qualsiasi settore può ricorrere ad alcuni “espedienti” per assicurarsi la paga anche nei giorni di forte maltempo che gli impediscono di raggiungere il posto di lavoro. Ad esempio, sfruttando tali giornate per chiedere permessi retribuiti, sia per eventi straordinari, appunto come calamità naturali o maltempo, sia in situazioni “normali” qualora il contratto collettivo lo preveda. Certo, perché questo succeda il tempo avverso deve essere in qualche modo messo in conto. Scaricare un’app di previsioni meteo può diventare il miglior alleato di un dipendente…