A marzo, tra primule e viole, spavaldo e profumato spicca il giacinto
Finalmente tra le primule e le viole del giardino anche i nostri bulbi sono cresciuti e stanno per fiorire, spavaldo e profumatissimo fra tutti spicca il giacinto. Dal suo breve stelo si erge una superba pannocchia piena di piccoli fiori stellati.
Cresceva dappertutto nel mondo antico da Atene a Sparta da Corinto e poi sino a Roma. Il nome stesso giak-inthos (rossa pianta) ci dice che è di origine greca e Ovidio nelle sue “Metamorfosi” narra del bellissimo giovane amato da Apollo: i due giocavano a muriella con un disco di bronzo, che lanciato in alto doveva ricadere nel terreno segnato per il gioco; Apollo abilissimo lanciò il disco e Giacinto, corso a prenderlo per lanciarlo a sua volta, mancò la presa e fu colpito con violenza alla fronte dal disco stesso.
Il ragazzo morì e Apollo disperato chiese a Zeus che almeno fosse trasformato in fiore per poterlo sempre ricordare. Certo ci sono anche altre versioni ma questa sembra perfetta per evocare l’irruenza e l’impetuosità dei fanciulli.
Altrettanto irruente e veloce questa bulbosa cresce, e cresceva spontanea in tutto il Mezzogiorno. Resiste bene anche da noi con qualche cura. Trascurati questi bulbi tendono a scomparire. Però la banca dei bulbi c’è. In Olanda infatti sono stati curati, moltiplicati e distribuiti in tutta Europa, tanto da farne dall’Ottocento circa in poi, una prosperosa industria che dura tuttora ed è superspecializzata a produrre varietà sempre diverse e si affacciano ibridi arricchiti sempre di più di nuovi colori.
Naturalmente va anche detto che la prima soddisfazione di un novello giardiniere è quella di veder spuntare ciò che ha piantato fiducioso in autunno e i bulbi puntuali appaiono e sembra proprio di vederseli sbocciare sotto gli occhi (e sotto al naso)