Arriva la Nutella vegana: Ferrero scommette sul “plant based” con il suo prodotto di punta
La Nutella, che accompagna colazioni e merende di milioni di persone dal 1964, presto potrà essere spalmata o raccolta con il cucchiaino anche da chi ha fatto scelte alimentari che la escludono dalla loro dieta: le persone vegane potranno infatti trovare in commercio nei prossimi mesi una versione di Nutella senza tracce di ingredienti a origine animale. Lo scorso 1 dicembre la Ferrero ha infatti depositato il marchio Nutella plant based presso l’ufficio brevetti del ministero delle Imprese e del made in italy. Una denominazione che esclude fraintendimenti, considerato che la dieta plant based si basa su materie prime vegetali.
La possibilità di fare la Nutella vegana c’è sempre stata, ma se fino ad oggi non è stata fatta è perché, molto banalmente, il siero di latte costa meno della lecitina di soia. Ma il cambiamento costante delle abitudini alimentati a livello mondiale ha indotto i vertici della multinazionale che ha sede ad Alba (Cn) ad una mossa audace e tempestiva che non solo anticipa un cambiamento nell’offerta di prodotti ma sottolinea anche la crescente domanda di alternative vegane.
Nonostante non sia ancora chiaro quando la Nutella vegana sarà disponibile nei negozi, questa iniziativa si inserisce in un contesto più ampio, che vede crescere a livello europeo la fiducia negli alimenti a base vegetale, con un incremento di gradimento del 46% rispetto a due anni fa. In media, il 28 per cento degli europei consuma almeno un’alternativa alimentare a base vegetale almeno una volta alla settimana. In questo scenario, l’introduzione della Nutella vegana da parte della Ferrero non è solo una risposta a un mercato in evoluzione, ma rappresenta anche un potenziale catalizzatore per l’ulteriore crescita del settore biologico e plant based in Italia. Se questa nuova versione della celebre crema di cioccolato sarà in grado di conquistare sia i vegani sia gli amanti della versione classica, rimane comunque da vedere. Di certo possiamo dire che la sua presenza segnerà un subentro importante verso un futuro più inclusivo e sostenibile nel mondo dell’alimentazione.