Cani in condominio: diritti, doveri e normative per una convivenza serena
II consigli del dog trainer Antonio Puccio sulle regole di convivenza e utilizzo degli spazi comuni per chi possiede un amico a quattro zampe all’interno di uno stabile
l rapporto tra proprietari di cani e condòmini è spesso motivo di discussione nei palazzi italiani. Molti si chiedono: è possibile vietare l’ingresso di un cane in condominio? Cosa succede se un cane abbaia troppo o utilizza gli spazi comuni? Cerchiamo di fare chiarezza sulla questione, analizzando le normative e i diritti di entrambe le parti.
La normativa di riferimento
Con l’entrata in vigore della legge n. 220 del 2012 (riforma del condominio), la gestione degli animali domestici in questo ambito ha subito delle importanti modifiche. Secondo la normativa, il regolamento condominiale non può vietare ai proprietari di detenere animali domestici all’interno della propria abitazione. Pertanto, anche qualora esso preveda un divieto di introdurre animali domestici, tale clausola è considerata nulla e inapplicabile.
Regole di convivenza e uso degli spazi comuni
Sebbene non si possa vietare la presenza di cani in un appartamento, il regolamento condominiale può stabilire alcune norme che i proprietari devono seguire per garantire una convivenza pacifica, in primis riguardo all’accesso agli spazi comuni e alla gestione della pulizia.
Accesso agli spazi comuni: i cani possono accedere a cortili, giardini, scale e ascensori, ma generalmente devono essere tenuti al guinzaglio per motivi di sicurezza e rispetto verso gli altri condomini. È compito dei proprietari assicurarsi che gli animali non arrechino danni o disturbo e che non sporchino le aree comuni.
Gestione della pulizia: i proprietari sono tenuti a garantire il rispetto delle norme igieniche. In caso di “incidenti” nelle aree comuni (il caso più frequente, i bisogni fisiologici), è loro responsabilità provvedere immediatamente alla pulizia, evitando così conflitti con i vicini.
Abbaiare e disturbo della quiete pubblica
Uno dei problemi più frequenti legati alla presenza di cani in condominio è il rumore causato dal loro abbaiare. La legge stabilisce che gli animali non devono disturbare in modo significativo il vicinato. Ma quando l’abbaiare del cane può essere considerato un problema legale?
Secondo la giurisprudenza, il disturbo deve essere continuo e tale da causare disagio a un numero significativo di persone. Se un cane abbaia sporadicamente o in determinate situazioni (come l’arrivo di estranei), non si può parlare di disturbo della quiete pubblica.
Al contrario, se l’abbaiare è persistente e coinvolge gran parte dei condomini, il condominio può intervenire, richiedendo al proprietario di adottare misure per ridurre il disturbo (come corsi di educazione cinofila o l’utilizzo di dispositivi specifici).
Può il condominio richiedere l’allontanamento del cane?
In casi estremi, se il comportamento dell’animale diventa insostenibile e le lamentele sono supportate da prove concrete, il condominio può rivolgersi all’autorità giudiziaria. Tuttavia, richiedere l’allontanamento del cane è un provvedimento raro, applicabile solo quando tutte le altre misure sono risultate inefficaci e il problema costituisce una reale minaccia per la convivenza.
Consigli per una convivenza serena
Educazione cinofila: investire nell’educazione del proprio cane è fondamentale per prevenire problemi comportamentali, come l’abbaiare eccessivo.
Rispetto delle regole: seguire le norme condominiali sull’uso degli spazi comuni e mantenere una buona igiene.
Dialogo: mantenere un dialogo aperto con i vicini può aiutare a risolvere eventuali problemi in modo pacifico e collaborativo.
In conclusione, la legge è chiara: nessuno può vietare la presenza di cani in condominio. Tuttavia, la responsabilità di un proprietario va di pari passo con il diritto di possedere un animale. Rispettando le norme di convivenza e adottando un comportamento responsabile, è possibile godersi la compagnia del proprio cane senza creare tensioni con i vicini.
Antonio Puccio (dog trainer)