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Castelletto Cervo, alla scoperta del priorato cluniacense

CASTELLETTO CERVO. Domenica 26 maggio, giorno della solennità cristiana della Santissima Trinità, riprenderanno le visite guidate all’antico priorato cluniacense di Castelletto Cervo (Biella), inserito nel territorio della Comunità Collinare “tra Baraggia e Bramaterra”, ricco di suggestioni paesaggistiche e di spunti storico-artistici.

L’avancorpo sopraelevato che nasconde la facciata originaria della chiesa (foto tratta dalla pagina fb “Monastero Cluniacense di Castelletto Cervo”).

L’iniziativa, che prevede un tour gratuito alla scoperta del complesso monastico con partenza alle ore 15, 16 e 17, è organizzata a cura dell’associazione di volontariato Garnerius – Amici del monastero di Castelletto Cervo, che si è costituita nel 2020 con la finalità della tutela e valorizzazione culturale dell’ex priorato cluniacense dedicato ai santi Pietro e Paolo attraverso la programmazione di attività culturali e di interesse sociale capaci di diffondere sempre di più la conoscenza di questo importante sito storico.

Incluso nel Grande Itinerario Europeo dei Siti Cluniacensi, dopo l’adesione alla “Fédération Européenne des sites Clunisiens”, il priorato di Castelletto Cervo fa risalire le proprie origini all’XI secolo quando, nell’ambito delle politiche di donazioni e protezioni perseguite dai conti di Pombia, divenuti poi conti di Biandrate, una comunità monastica s’insediò in quest’area, collocata nel cuore dell’alta pianura in un territorio caratterizzato da notevoli estensioni incolte, peculiari del sistema naturale della baraggia vercellese e biellese.

Da un documento del 1095-1096 emerge la dipendenza della fondazione monastica di Castelletto, retta da un priore, dall’abbazia borgognona di Cluny, che all’apice della propria potenza era a capo di una rete di oltre 1.400 affiliazioni monastiche con circa 10.000 monaci sparsi in tutta Europa.

Oggetto di un pluriennale e sistematico programma di ricerche archeologiche e storiche condotta dall’Università del Piemonte orientale “Amedeo Avogadro”, l’ex priorato cluniacense di Castelletto conserva alcune significative testimonianze monumentali e artistiche che ne attestano il passato splendore religioso ed economico.

Tra queste, si segnalano: le vestigia del chiostro; il poderoso campanile che presenta alla sommità quattro trifore con colonnine scolpite; l’avancorpo addossato alla facciata con il vano porticato al piano terra, provvisto di tre bifore e una monofora; le strutture romaniche incorporate nella chiesa parrocchiale, affioranti qua e là sotto lo strato decorativo sovrapposto in età barocca.

Le visite guidate di domenica 26 maggio, concomitanti con la festa della Trinità, saranno anche l’occasione per scoprire un raro affresco di inizio XVI secolo, attribuito alla mano del lomellino Tommasino da Mortara, raffigurante un’insolita rappresentazione della Trinità Eucaristica, costituita dalla ripetizione per tre volte della medesima immagine del Cristo, in atteggiamento benedicente e con il calice eucaristico, secondo uno schema iconografico caduto in desuetudine in età moderna in quanto ritenuto non appropriato.

Per informazioni e prenotazioni: 347/4728295 (anche whatsapp)

Paolo Barosso

Giornalista pubblicista, laureato in giurisprudenza, si occupa da anni di uffici stampa legati al settore culturale e all’ambito dell’enogastronomia. Collabora e ha collaborato, scrivendo di curiosità storiche e culturali legate al Piemonte, con testate e siti internet tra cui piemontenews.it, torinocuriosa.it e Il Torinese, oltre che con il mensile cartaceo “Panorami”. Sul blog kiteinnepal cura una rubrica dedicata al Piemonte che viene tradotta in lingua piemontese ed è tra i promotori del progetto piemonteis.org.

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