Clima, aria, acqua e territorio: ecco lo stato di salute elaborato da Regione e Arpa
TORINO. È uscita, in questi giorni, la Relazione sullo stato dell’ambiente in Piemonte per l’anno 2018, lo strumento web che Regione e Arpa pubblicano ogni anno per presentare la sintesi rispettivamente delle politiche messe in campo dall’Amministrazione regionale e delle conoscenze ambientali, risultanti dal monitoraggio, controllo ed elaborazione dei dati dell’Agenzia regionale.
Da pubblicazione cartacea a documento digitale, fino all’idea di un sito web dinamico ed in grado di integrare dati e servizi provenienti da fonti diverse, la Relazione sullo Stato dell’Ambiente in Piemonte connette vari dati geografici ed economici accedendo alle banche dati ed alle cartografie ufficiali, permettendo la rappresentazione multi-temporale degli indici e la possibilità di interrogare direttamente le banche dati prese in esame.
Ecco alcune tra le domande che hanno guidato la ricerca: Qual è lo stato di salute dell’ambiente in Piemonte? Che cosa influenza la qualità dell’aria in pianura? Quali fattori alterano l’acqua dei fiumi? Quali aspetti hanno maggior peso sul delicato equilibrio delle nostre città?
Nello schema dei sentiti e necessari cambiamenti alle politiche economiche, sociali ed ambientali che propongono i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 25 Settembre 2015, per ogni tema trattato, La Relazione 2018 si pone due importanti obiettivi: «Da una parte continua il lavoro, già iniziato lo scorso anno, di lettura dei dati ambientali quali parte della conoscenza della sostenibilità del nostro territorio, dall’altra di organizzare tali informazioni (ove possibile) ad una scala territoriale significativa per il governo delle politiche regionali che tale territorio devono migliorare, riqualificare e rendere più strutturato per contribuire a costruire il benessere della comunità».
Clima
L’indagine sul Clima parte dalle così chiamate sostanze climateranti (semplificando, i gas serra). Nel 2017 Le concentrazioni di anidride carbonica in atmosfera hanno raggiunto la media annuale di 406 parti per milione (ppm), di molto maggiore rispetto alla soglia di sicurezza fissata a 350 ppm. Contribuiscono in misura predominante tre fonti principali: l’industria (42%), il trasporto su strada (23%) e il riscaldamento (17%). Si prosegue poi con un’indagine sulle temperature: le “massime” sono aumentate di circa +2°C negli ultimi 60 anni. «Durante l’estate 2017 il numero di giorni tropicali è sempre stato sensibilmente al di sopra delle medie del periodo, come anche le notti tropicali. Il valore massimo di giorni tropicali è stato raggiunto nella città di Novara con 88 giorni rispetto ad una media di 29 nel periodo 1991-2015. Le notti tropicali hanno raggiunto il loro massimo a Biella con 38 notti rispetto ad una media di 33».
Vi sono poi notizie più dettagliate su Torino e sull’impatto delle onde di calore sul tasso di mortalità. Il 2017 si classifica anche come il 4° anno più siccitoso degli ultimi 60 anni: la pioggia caduta nel corso dell’anno è stata pari a circa 724 mm (inferiore del 26% rispetto al valore storico di riferimento). Sull’intera regione, la fenomenologia si è protratta fino a fine anno ed ha raggiunto il culmine tra il mese di Ottobre e Novembre. Notizie, ovviamente, che hanno pesato sull’Agricoltura: «Il totale dei danni rilevati alle produzioni agricole è pari a € 185 milioni per l’intero territorio piemontese».
Aria
«Sul lungo periodo, nonostante le oscillazioni legate ai fattori meteorologici, è stato osservato un miglioramento della qualità dell’aria; l’analisi della serie storica dei dati mostra come negli ultimi quindici anni, a livello regionale, la concentrazione media annua di PM10 (comunemente chiamata “polvere sottile”) si sia ridotta in modo evidente».
È aumentata rispetto all’anno precedente, invece, la percentuale di Ozono e di pollini, risultato in netto aumento rispetto allo storico. Contemporaneamente ad una progressiva diminuzione del numero degli incidenti stradali, aumenta il traffico veicolare ed aumentano le autovetture con standard emissivi meno inquinanti. Il Piemonte si conferma in settima posizione tra le regioni italiane, con oltre il 7,2% delle imprese nazionali.
Acqua
«Le alterazioni morfologiche e i prelievi idrici rappresentano le pressioni maggiormente significative in relazione al raggiungimento degli obiettivi di qualità richiesti dalla Direttiva Acque. Particolarmente importanti sono la sottrazione di acqua, la presenza di traverse che interrompono la continuità fluviale e la modificazione talvolta molto pesante delle sponde, legata alla riduzione del rischio idraulico».
Sulla qualità delle acque di balneazione, delle 94 zone controllate nel 2017, 72 sono classificate Eccellenti, 15 Buone e 6 Sufficienti, soddisfacendo quindi l’obiettivo europeo. Diversa la situazione delle altre “acque”: altalenante, ma in miglioramento, soprattutto per quanto riguarda le falde profonde.
Territorio
«Le politiche regionali volte alla sostenibilità sono attive su diversi fronti. È di particolare interesse l’azione che durante tutto il 2017 e il 2018 è stata dedicata al tema della tutela della biodiversità».
Dopo un’analisi dei principali contaminanti organici ed inorganici, passando dalle radiazioni non ionizzanti al rischio industriale, fino all’attuale situazione dell’ ”inquinamento acustico”, in aumento, la Relazione passa alla descrizione dei principali provvedimenti e progetti per il miglioramento del territorio.
Tra questi, il Piano paesaggistico della Regione Piemonte (Ppr), strumento di tutela e promozione del paesaggio rivolto a regolarne le trasformazioni e a sostenerne il ruolo strategico per lo sviluppo sostenibile del territorio.
«La Giunta regionale ha scelto di approvare e sottoporre all’attenzione del Consiglio (giugno 2018) due disegni di legge tra loro complementari. Il primo è finalizzato a introdurre norme urbanistiche e ambientali per il progressivo contenimento del consumo di suolo, il secondo a disciplinare procedure edilizie per promuovere il riuso, la riqualificazione e il recupero dell’edificato quale scelta prioritaria e alternativa rispetto all’occupazione di suolo libero».
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